Mondadori, Mediaset, Mediolanum: il post-Berlusconi è un rebus da definire
E il calcio? Facile pensare che possa essere ceduto
Il problema è comprendere che cosa succederà una volta che il patriarca si sarà definitivamente ritirato dalle scene. Dagospia nei giorni scorsi raccontava della contrapposizione non solo tra primo e secondo letto, ma anche tra Marina e Pier Silvio. Quest’ultimo vorrebbe vendere le partecipazioni, mentre la primogenita vorrebbe gestire l’impero – che comprende anche partecipazioni in Mediolanum, nel Teatro Manzoni e nel Monza calcio – come fece il padre.
Ma è difficile pensare che tutto si possa tenere. Una volta venuto meno il ruolo istrionico di Silvio, è inevitabile che qualcosa si dovrà lasciare per strada. Bisognerà solo capire se questo avverrà come hanno fatto gli Elkann, che hanno venduto alcuni gioielli di famiglia garantendo ricchissime plusvalenze agli azionisti.
O se invece si sceglierà la via della cessione definitiva di vari rami, magari mantenendo soltanto Mediaset e Mondadori che rimangono i due principali cespiti. Ma che fare con Mediolanum, l’investimento che lo stesso Silvio Berlusconi ha sempre ritenuto come il suo più riuscito (e come dargli torto, visto che l’esborso iniziale è stato ripagato decine di volte)?
E il calcio? Lì la risposta è più semplice. Pier Silvio, per usare un eufemismo, non ha mai mostrato alcun interesse per il Milan, anche quando era la squadra più vincente d’Europa. Marina ha sempre reputato il pallone come un vuoto a perdere e gli altri figli, con alterne fortune, non sembrano particolarmente interessati a proseguire. Facile pensare che possa essere ceduto. Ma a chi? E per quanto?
(segue)
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