Mondadori dice no ai periodici Rcs. Berlusconi: "Nessun aumento di capitale"

Non e' previsto l'ingresso di nuovi soci nel capitale di Mondadori che non intende neppure metter mano a un aumento di capitale. Lo ha assicurato il presidente del gruppo editoriale di Segrate, Marina Berlusconi, nel corso dell'assemblea degli azionisti del gruppo.
Più esplicito l'amministratore delegato Ernesto Mauri che ha anche smentito l'interesse per i 10 periodici messi in vendita da Rcs. "No - ha risposto a un azionista - non c'e' interesse. Vogliamo consolidarci nelle pubblicazioni che abbiamo e soprattutto essere presenti come leader di mercato. Facciamo interventi sulle pubblicazioni che abbiamo per confermare la leadership o per avere la leadership".
In particolare Marina Berlusconi ha definito ''rumors destituiti di qualsiasi tipo di fondamento'' le indiscrezioni di stampa che hanno prospettato come possibile un aumento di capitale e l'arrivo di nuovi azionisti. Le indiscrezioni in questione parlavano di un'intesa con i tedeschi di Burda.
L'Assemblea degli azionisti ha intanto approvato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2012 e deliberato, in conformita' alla proposta del Consiglio di Amministrazione, di ripianare integralmente la perdita di esercizio di circa 39,5 milioni mediante utilizzo, per l'importo corrispondente, di parte della ''Riserva sovrapprezzo azioni''. L'Assemblea ha inoltre confermato in carica, fino alla scadenza del mandato del Cda (approvazione bilancio al 31 dicembre 2014) gli amministratori Ernesto Mauri e Danilo Pellegrino, gia' nominati per cooptazione dal Consiglio rispettivamente il 20 marzo e il 28 febbraio. Il Cda, riunitosi successivamente all'Assemblea, ha confermato Ernesto Mauri nella carica di amministratore delegato.
Il gruppo deve trasformarsi da una 'corazzata' a un 'veliero' snello e veloce, capace di muoversi rapidamente in un mercato radicalmente cambiato. Questa la metafora a cui e' ricorso Mauri per descrivere il futuro della casa di Segrate. "Il mercato e' cambiato radicalmente - ha detto - oggi piu' che una corazzata e' meglio essere un veliero, un mezzo piu' snello e veloce, potente e agile, capace di muoversi meglio e rapidamente nelle avversita' del mare".
Il bilancio 2012 si e' chiuso con un calo dei ricavi al 6% a 1,416 miliardi di euro e con una perdita di 167 milioni di euro. E le previsioni sono tutt'altro che incoraggianti. Al punto che, secondo l'amministratore delegato, ''per il 2013 si puo' parlare di un livello di redditivita' operativa inferiore rispetto al 2012''.