"Partire dall'Irap e non dall'Irpef. Taglio delle tasse da 10 miliardi"
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
L'INTERVISTA
Per ridurre la pressione fiscale, come promesso dal premier Renzi, bisogna iniziare dall'Irpef o dall'Irap?
"Sia l'Irpef che l'Irap compongono il cuneo fiscale sul lavoro che va ridotto, perché in Italia è molto alto se paragonato con quello degli altri paesi europei nostri partner e competitori".
Quindi?
"Si deve agire su entrambi i fronti. Ma bisogna anche concentrare lo sforzo iniziale perché abbiamo imparato dall'esperienza compiuta nel 2006 e poi ancora più di recente che disperdere una quantità significativa di risorse su tutti i contribuenti non ottiene gli effetti sperati".
In altre parole?
"Siccome all'inizio dobbiamo concentrare dovremo fare una scelta. Ci sono vantaggi e svantaggi che provengono da entrambe le soluzioni. Cominciare dall'Irpef soprattutto per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi oppure dall'Irap soprattutto sulla componente costo del lavoro della base imponibile. Ciascuno può valutare con obiettività e lo faremo nei prossimi giorni quale sia il vantaggio e lo svantaggio relativo di entrambe le soluzioni, l'importante è avere un piano di medio-lungo periodo che garantisca che si agirà su tutti e due i fronti. Poi bisogna scegliere per cominciare".
Se dipendesse solo da lei?
"Se dovessi scegliere io, ma per fortuna dell'Italia non devo scegliere io da solo, partirei dall'Irap per l'effetto che può avere una riduzione significativa soprattutto sulle scelte di assunzione delle piccole e medie imprese".
Una riduzione di quanti miliardi?
"Per avere un intervento che abbia qualche speranza di efficacia bisogna che andiamo vicini ai 10 miliardi di euro. E' una somma significativa ma con un piano ben organizzato soprattutto sul lato della riduzione della spesa si può trovare".
E le coperture?
"Se il piano è di medio-lungo periodo si può fare così: una quota significativa delle risorse necessarie può venire già nel 2014 dall'operazione di revisione della spesa, che però certamente quest'anno non può dare la cifra necessaria e quindi bisognerà integrarla".
Come?
"Penso che se il piano di revisione della spesa ha il respiro di medio-lungo periodo di cui c'è bisogno, senza il quale non avrà credibilità, allora una quota delle risorse necessarie nel 2014 può riguardare anche entrate di risorse di natura straordinaria, che poi vengono sostituite nel secondo e terzo anno in modo crescente da risorse strutturali ricavate dalla riduzione della spesa".
Aumento delle tasse sui giochi ad esempio?
"No, cancellerei l'espressione aumento delle tasse. Può essere una fonte di tipo strordinario, le soluzioni sono le più diverse. Vedremo. Ma aumento delle tasse spero sia una frase che non sarà contenuta in alcun provvedimento del governo".
Novità sulle pensioni?
"Gli interventi che si sono succeduti nel tempo hanno dato luogo a soluzioni strutturali in campo previdenziale. Quindi penso che su questo fronte non ci siano interventi di nessun tipo".