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Economia
Mps, rottura fra Unicredit e governo: no a ricapitalizzazione da 7 mld

 

Arriva l'ufficialità della rottura delle trattative tra Mef e Unicredit per la cessione di Mps. In una nota congiunta il Tesoro e la banca di piazza Gae Aulenti annunciano che "l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena" e "nonostante l'impegno profuso da entrambe le parti". Non sono bastati tre mesi di trattative a far trovare la quadra di un'operazione comunque difficile. A fine luglio Unicredit aveva accettato di avviare trattative esclusive per l'acquisto di "alcuni asset selezionati" di Mps controllata dal Mef con una quota pari al 64,2%. Tuttavia, il governo ha ritenuto eccessiva la richiesta di UniCredit di una ricapitalizzazione di oltre 7 miliardi di euro perché renderebbe l'operazione "troppo punitiva" per i contribuenti italiani.

Le parti hanno così concluso che è impossibile raggiungere un accordo sulla base delle condizioni fissate a luglio, che richiedevano l'acquisizione di "asset selezionati" del Monte dei Paschi per aumentare l'utile per azione di UniCredit del 10% e lasciare inalterato il suo capitale.

Altre fonti vicine al dossier in mattinata spiegavano che "è normale" che nel momento cruciale "salga la tensione". Quel che è quasi certo, secondo quanto si raccoglie, è che un punto fermo lo si mettera' entro il 27 ottobre, giorno in cui peraltro è convocato il cda della trimestrale di Unicredit. Oltre a quanto capitale iniettare nel Monte con una forchetta che oscilla tra 5 e piu' di 7 miliardi (la richiesta di Orcel), a fare arenare il negoziato sarebbe ancora il tema del perimetro.

Le pre-condizioni di fine luglio sono chiare. Unicredit è disposta prendere Mps, oltre che a impatto zero sul capitale, ripulita dai rischi legali, senza npl (da cedere ad Amco), senza le società prodotto (Mps leasing & Factoring, Mps fiduciaria, Mps Capital services). Tra i nodi da definire quello degli esuberi, che potrebbero ammontare a 6-7 mila persone, con un costo stimato fino a 1,4 miliardi.

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