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Economia
Nel mirino dell'Ue i debiti della P.A. L'Italia rischia una maximulta da 2 mld
Foto: LaPresse

La lentezza dei pagamenti ai fornitori della pubblica amministrazione italiana potrebbe costare al Paese una maximulta, firmata dall'Ue, per 2mld di euro. E' quanto sostiene la Cgia di Mestre "dopo la sentenza di emessa il 28 gennaio scorso dalla Corte di giustizia europea nei confronti del nostro Paese" ricordando che tutto questo potra' essere evitato se lo Stato italiano mettera' fine in tempi rapidissimi a questa cattiva abitudine. Ipotesi, viste le performance realizzate nel 2019, difficilmente attuabile".

"Sebbene la situazione negli ultimi anni sia migliorata, in particolar modo a seguito dell'introduzione della fatturazione elettronica - prosegue Zabeo - i ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali con la Pa costituiscono ancora adesso un malcostume molto diffuso nel nostro Paese. Pertanto, non sara' per nulla scontato sottrarsi ad una sanzione economica da parte dell'Europa". Un esempio, per la Cgia, sono il Comune di Napoli che paga con un anno di ritardo; l'Asl Napoli 1 Centro in 169 giorni; il Comune di Reggio Calabria in 146, la Regione Basilicata in 83 , l'ASL Roma 1 in 72 e il Comune di Roma Capitale in 63. "La cosa piu' assurda di tutta questa vicenda e' che nessuno e' in grado di affermare a quanto ammonta esattamente il debito commerciale della nostra Pa - conclude Zabeo -, nonostante le imprese che lavorano per quest'ultima abbiano da parecchi anni l'obbligo di emettere la fattura elettronica. Secondo i dati riportati nella 'Relazione annuale 2018', presentata il 31 maggio 2019 dalla Banca d'Italia, l'ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra Pa sarebbe pari a circa 53 mld di euro, meta' dei quali ascrivibili ai ritardi di pagamento.

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