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Economia
Nomine, Pagani al posto di La Via al Tesoro. Lo scontro Gentiloni-Padoan

Le nomine in scadenza stanno facendo litigare il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, entrambi rieletti in Parlamento nelle fila del Pd. Seconto quanto scrive il Fatto Quotidiano, la nomina su cui i due pesi massimi del governo si starebbero scontrando è quella del direttore generale del Tesoro, incarico che appartiene per ora (dal 2012) e fatta ancora dall'ex ministro lettiano Fabrizio Saccomanni a Vincenzo La Via. Tecnico che risulta oltretutto imputato per danno erariale nel processo sul caso Derivati di fronte alla magistratura contabile.

Secondo i rumors, l'attivissimo Padoan eletto nel collegio senese vorrebbe non attendere lo spoil system del prossimo governo e piazzare al posto che fu di Mario Draghi il quotato Fabrizio Pagani, oggi a capo della segreteria tecnica. Dirigente ex Ocse (arrivato nel 2013 dalla stessa organizzazione di cui Padoan era capo-economista) molto stimato negli ambienti della City milanese (in passato si è vociferata anche di un suo possibile ingresso nei salotti del potere mediobanchesco), Pagani oggi siede nel board dell'Eni e di Save  e ha curato per il Tesoro la quotazione dell'Enav, la società pubblica che gestisce i servizi e la sicurezza dei voli.

Insomma, i galloni per fare il numero due del Tesoro e accompagnare il ministro del Tesoro nei tavoli europei Pagani li avrebbe tutti, ma la sua nomina rappresenterebbe uno sgarbo istituzionale nei confronti del prossimo governo che giustamente rivendicherebbe la possibilità di scegliere. Prassi che Gentiloni vorrebbe garantire rinviando l'avvicendamento. Così, secondo quanto risulta al Fatto, da Palazzo Chigi il premier avrebbe fatto sapere di ritenere "inopportuna" la nomina (e così i tempi potrebbero allungarsi).

Il Cdm di oggi, l'ultimo del governo ancora in carica per gli affari correnti, ma che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dimissionato, ha in agenda anche alcune nomine come la riconferma di Franco Gabrielli a capo della polizia e la proroga di 12 mesi per Daniele Franco, ragioniere generale dello Stato, cui mancano giusto 12 mesi alla pensione. Se queste paiono, dunque, filare via lisce come l'olio, su Via XX Settembre invece Gentiloni si impunterà . 

Prossimamente, in agenda ci sono i rinnovi di aziende o gruppi controllati dallo Stato, come la Rai o la Cassa depositi e prestiti, Simest, Sace,  Invimit  e Sogei. Ma anche i vertici di regolatori come l’Antitrust (in autunno) o l’Autorità per l’Energia (già scaduta). Ma a tutti questi ci penseranno il prossimo inquilino di Palazzo Chigi e del Tesoro. 

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