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Accusa di irregolarità a Bologna: l'avvocata Flore Denuncia il concorso per l'assegno di ricerca
La vicenda ruota attorno a un progetto sui diritti dei minori nell’uso delle nuove tecnologie, finanziato tramite fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Controversia all'Università di Bologna: avvocata Flore accusa irregolarità e favoritismi in un concorso per assegno di ricerca
Come riportato sul Corriere di Bologna, Stefania Flore, una talentuosa avvocata cagliaritana con un curriculum ricco di esperienze accademiche e professionali, è al centro di una polemica che riguarda un concorso per un assegno di ricerca bandito dall'Università di Bologna nel 2023. La vicenda ruota attorno a un progetto sui diritti dei minori nell’uso delle nuove tecnologie, finanziato tramite fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Flore, che ha conseguito il dottorato di ricerca, un diploma di specializzazione, e ha pubblicato numerosi articoli scientifici, ha partecipato al concorso con ottime aspettative, forte di un ampio bagaglio di esperienze accademiche, tra cui docenze universitarie, incarichi di tutoraggio, e attività di ricerca. Nonostante ciò, ha visto il suo punteggio ridotto a causa di un presunto errore nei criteri di valutazione dei titoli, che l'hanno penalizzata rispetto alla concorrente che alla fine ha vinto il bando.
Il punto controverso riguarda il fatto che la candidata risultata vincente aveva una tesi di laurea realizzata con la presidente della commissione esaminatrice, un elemento che ha sollevato sospetti di conflitto d'interessi. In particolare, la Flore ha accusato i commissari di favorire questa candidata interna modificando retroattivamente i criteri di valutazione, in particolare quelli relativi ai punteggi attribuiti al tema e alla valutazione dei titoli accademici. Le modifiche avvenute a pochi giorni dalla chiusura della procedura hanno, secondo Flore, alterato le condizioni di imparzialità del concorso.
Dopo aver verificato le discrepanze nei punteggi e aver esaminato attentamente la documentazione, Flore ha riscontrato che il suo punteggio per i titoli accademici era stato ridotto di quattro punti rispetto a quanto previsto dalle regole. Se il calcolo fosse stato corretto, sarebbe stata la vincitrice del concorso, ma ha perso con un margine di soli due punti. Non solo, ma Flore ha contestato anche la valutazione della sua laurea e del suo dottorato, che, a suo parere, non sono stati considerati adeguatamente. Mentre la sua laurea magistrale con lode (110/110) avrebbe dovuto garantirle il massimo dei punti, la sua rivale, con un voto inferiore, è stata comunque premiata con un punteggio più alto.
Dopo aver fatto richiesta di chiarimenti, Flore ha presentato denuncia alla Procura, accusando i membri della commissione di falso ideologico in atto pubblico. L'Università di Bologna, nel tentativo di correggere la situazione, ha deciso di annullare il bando, ma la decisione di rifare la valutazione del concorso con una nuova commissione non è stata ben accolta da Flore, che ha ribadito di aver già vinto e che desidera solo che il suo punteggio venga rettificato.
Flore ha anche sollevato una questione morale e istituzionale, sostenendo che l'Università stia cercando di proteggere un sistema che favorisce chi è “dentro” piuttosto che premiare il merito. Nonostante l’offerta di un nuovo bando per l’assegno di ricerca, che la vede di nuovo ammessa alla fase orale, Flore ha dichiarato di non essere certa di voler partecipare: “La vedo dura a lavorare con una persona che ho denunciato”, ha affermato.
La situazione rimane aperta, con l'indagine della Procura che sta esaminando le accuse di Flore e una possibile risoluzione del conflitto ancora in bilico. La vicenda ha suscitato molte discussioni sull'integrità dei concorsi accademici e sull'importanza di garantire la trasparenza e l'equità nelle procedure di selezione universitarie.