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Dialoghi per l’ambiente al BAM. Alverà (Snam): "La transizione è una chance”

BAM FORUM: dialoghi per l'ambiente. Al via il ciclo di appuntamenti realizzato con la Biblioteca degli Alberi Milano e Fondazione Riccardo Catella

Uno dei temi più attuali di discussione, forse la sfida del secolo. La sostenibilità ambientale è oggi, più che mai, un argomento fondamentale da affrontare. Proprio all'ambiente, alla transizione ecologica e ai comportamenti sociali in tal senso, è dedicato ​il ciclo di incontri realizzato in collaborazione con BAM - Biblioteca degli Alberi Milano e Fondazione Riccardo Catella: cinque appuntamenti che vedranno studiosi ed esperti confrontarsi sull’impatto che l’ambiente ha su di noi e, viceversa, l’impronta che l’uomo ha su di esso. 

Gli ospiti del primo appuntamento, coordinato da Massimo Sideri, responsabile editoriale di Corriere Innovazione, sono stati Roberto Cingolani, Ministro della transizione ecologica, Marco Alverà, CEO Snam, e Valentina Bosetti, presidente di Terna e professoressa ordinaria di Economia ambientale ed Economia dei cambiamenti climatici all’Università Bocconi.

"Abbiamo sviluppato un modello di crescita economico e sociale che ha funzionato a spese dell'ambiente circostante - ha detto Roberto Cingolani, Ministro della transizione ecologica -. La nostra atmosfera non è più come l'ha progettata la natura, diventa meno trasparente alle radiazione solari, in particolare alcune radiazioni solari penetrano e arrivano sulla terra. Quelle che dalla terra vengono riflesse e dovrebbero uscire restano intrappolate tra la superficie terrestre e l'atmosfera stessa. Questo viene denominato ‘effetto serra’, purtroppo l'aumento della temperatura, quello che oggi chiamiamo riscaldamento globale, ha effetti nel medio lungo termine devastanti. Un aumento anche piccolo della temperatura comporta gravi conseguenze e che si lasci in eredità alle future generazioni un debito ecologico molto importante. Tra i diversi tipi di debito, quello ecologico è il più urgente”.

I costi della transizione ecologica dipenderanno tantissimo dal fatto che la transizione sia ordinata o disordinata - ha affermato Valentina Bosetti, presidente di Terna e professoressa ordinaria di Economia ambientale ed Economia dei cambiamenti climatici all’Università Bocconi -. Se la transizione avviene in modo non programmato, frammentato, e se decidiamo di cambiare le cose senza dare dei chiari segnali di prezzo e mitigando i rischi per le imprese, ovviamente i costi saranno molto diversi. Se iniziamo a introdurre tutti quelli che sono i riverberi macroeconomici delle trasformazioni a quel punto la stima dei costi può crescere molto o diminuire molto, fino a diventare un costo ‘negativo’, ossia un beneficio. Nell’ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale ad esempio, le stime che escono fuori dal costo della transizione sono stime per cui la transizione avrebbe un effetto positivo sull’economia, perché tassando una cosa ‘negativa’ come il carbonio e detassando una cosa umana come il lavoro si potrebbero avere degli effetti positivi sull’economia tali da ridurre a 0 i costi della transizione. Se viene fatta bene porterà benefici”.

Abbiamo dinanzi davvero la chance di trasformare la transizione in una grandissima opportunità economica e sociale grazie alla tecnologia - ha commentato Marco Alverà, CEO Snam -. Con Terna lavoriamo su degli scenari condivisi, siamo il Paese che è forse più avanzato dal un punto di vista di fare delle previsioni insieme, in modo da rompere un po’ quella che può essere definita la ‘guerra fredda’ tra elettroni e molecole. Sono convinto e ottimista a riguardo dell’obiettivo delle emissioni zero. Per arrivare a zero dobbiamo farlo in modo ordinato, con un’attenzione sociale e l'elettrificazione molto spinta. La tecnologia ci porta all'efficientamento energetico. L’idrogeno non è altro che un modo per portare le energie, da lì dove sono in abbondanza, nelle nostre fabbriche. Qui l’Italia ha un vantaggio competitivo importantissimo perché siamo esposti bene al sole e al vento, siamo interconnessi con il Nord Africa e il Nord Europa e possiamo essere davvero un hub di transito. Abbiamo aziende leader nel mondo per quello che facciamo e lavorando in squadra, come stiamo facendo, possiamo davvero trasformare tutto in una grande occasione di rilancio”.

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