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RVO, Roche annuncia nuovi dati positivi a lungo termine per faricimab
Garraway (Roche): "I risultati si basano su dati clinici e di real-world solidi che confermano faricimab come un'opzione terapeutica efficace"
RVO, Roche: nuovi dati positivi a lungo termine per faricimab confermati dagli studi BALATON e COMINO
Roche ha annunciato oggi nuovi dati positivi provenienti da due studi internazionali di fase III, BALATON e COMINO, volti a valutare faricimab nell’edema maculare dovuto a occlusione venosa retinica di branca e centrale (BRVO e CRVO). Mentre i trattamenti ad oggi disponibili per la RVO vengono somministrati solitamente ogni mese o ogni due mesi, i dati hanno dimostrato che quasi il 60% delle persone che hanno ricevuto faricimab all’interno dello studio BALATON e fino al 48% delle persone che hanno ricevuto faricimab nello studio COMINO, sono state in grado di estendere gli intervalli di trattamento fino a tre o quattro mesi.
Inoltre, i pazienti negli studi hanno mantenuto il miglioramento visivo e l’importante riassorbimento retinico ottenuti nelle prime 24 settimane degli studi per oltre un anno. Il riassorbimento del fluido retinico è un’importante misura clinica poiché l’edema causato dall'eccesso di liquido nel segmento posteriore dell'occhio è stato associata a visione distorta e sfocata. In entrambi gli studi faricimab è stato ben tollerato e il profilo di sicurezza è stato in linea con quello degli studi precedenti.
“Questa è la prima volta che i miglioramenti della visione e dell'anatomia sono stati mantenuti per oltre un anno negli studi internazionali di fase III per entrambe le occlusioni venose retiniche di branca e centrale,” ha dichiarato Levi Garraway, M.D., Ph.D., Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. “Questi risultati a lungo termine si basano su dati clinici e di real-world solidi che confermano faricimab come un'opzione terapeutica efficace per le persone con patologie retiniche che possono causare la perdita della vista”.
I risultati saranno presentati virtualmente il 3 febbraio 2024 al convegno Angiogenesis, Exudation, and Degeneration 2024, organizzato dal Bascom Palmer Eye Institute in Florida, Stati Uniti (USA).
“I miglioramenti della vista e l’assorbimento del fluido retinico mantenuti fino a 72 settimane confermano faricimab come un trattamento efficace per l'occlusione venosa retinica”, ha dichiarato Ramin Tadayoni, M.D., Ph.D., capo del Dipartimento di Oftalmologia presso la Cité University di Parigi, Francia, e presidente di EURETINA, che presenterà i dati ad Angiogenesis. “Sono necessarie più opzioni terapeutiche per trattare le persone affette da questa condizione, e questi dati mostrano che faricimab può potenzialmente migliorare i risultati riducendo il numero di visite necessarie”.
Entrambi gli studi hanno valutato la variazione media del punteggio della migliore acuità visiva corretta (BCVA), (la migliore visione a distanza che una persona può ottenere, incluso con occhiali dalla linea di base). Gli studi hanno anche monitorato l'entità dell’edema nella parte posteriore dell'occhio dovuta al fluido retinico, misurato dallo spessore retinico centrale (CST). Le riduzioni del CST indicano un miglioramento. Nel complesso, i risultati hanno mostrato che i miglioramenti della visione e le riduzioni del fluido retinico ottenuti nelle prime 24 settimane degli studi sono stati mantenuti fino a 72 settimane.
I risultati per BRVO (BALATON) sono stati: miglioramenti della visione, a 72 settimane, le persone che hanno assunto faricimab come trattamento di prima linea hanno ottenuto un miglioramento di 18,1 lettere, mentre le persone passate da aflibercept a faricimab hanno ottenuto un miglioramento di 18,8 lettere. Durante le prime 24 settimane, i miglioramenti della visione sono stati +16,8 lettere nelle persone che assumevano faricimab e +17,5 lettere nelle persone che assumevano aflibercept. Inoltre, il riassorbimento del fluido retinico: a 72 settimane, le persone che hanno assunto faricimab come trattamento di prima linea hanno visto una riduzione di 310,9 µm nello spessore retinico, misurato dal CST, mentre coloro che sono passati da aflibercept a faricimab hanno visto una riduzione nel CST di 307 µm. Durante le prime 24 settimane dello studio, le riduzioni del CST sono state di 314,5 µm nelle persone che assumevano faricimab e di 307,6 µm nelle persone che assumevano aflibercept.
I risultati ottenuti nell'ambito di CRVO (COMINO) sono: miglioramenti della visione, le persone che hanno ricevuto faricimab come trattamento di prima linea hanno ottenuto un miglioramento di 16,9 a 72 settimane, mentre le persone passate da aflibercept a faricimab hanno ottenuto un miglioramento di 17,1 lettere. Durante le prime 24 settimane dello studio, i miglioramenti della vista sono stati di +16,9 lettere nelle persone che assumevano faricimab e di +17,3 lettere nelle persone che assumevano aflibercept.
Inoltre, riassorbimento del fluido retinico: Le persone che hanno ricevuto faricimab come trattamento di prima linea hanno visto una riduzione di 465,9 µm dell’edema retinico, misurato dal CST, mentre coloro che sono passati da aflibercept a faricimab hanno visto una riduzione nel CST di 460,6 µm a 72 settimane. Durante le prime 24 settimane dello studio, le riduzioni del CST sono state di 462,3 µm nelle persone che assumevano faricimab e di 447,8 µm nelle persone che assumevano aflibercept.
Faricimab è il primo ed unico anticorpo bispecifico approvato per uso oculare, studiato per colpire ed inibire due vie metaboliche connesse a varie patologie retiniche che minacciano la vista; agisce neutralizzando sia l’angiopoietina 2 (Ang-2) sia il fattore di crescita endoteliale vascolare A (VEGF-A). 6-9 Ad oggi, faricimab è approvato in più di 90 Paesi nel mondo per persone che convivono con degenerazione maculare legata all’età neovascolare o “umida” (nAMD), l’edema maculare diabetico (DME), con rimborso ottenuto in oltre 25 mercati e più di 2.5 milioni di dosi distribuite nel mondo.
Nell’ottobre 2023, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha approvato faricimab per il trattamento dell'edema maculare causato da RVO. I dati fino a 72 settimane degli studi BALATON e COMINO sono stati presentati alle autorità regolatorie di tutto il mondo, compresa l'Agenzia europea dei medicinali, per il trattamento dell'edema maculare causato dalla RVO.
BALATON (NCT04740905) e COMINO (NCT04740931) sono due studi di fase III, randomizzati, multicentrici, in doppio cieco e internazionali volti a valutare l’efficacia e la sicurezza di faricimab rispetto ad aflibercept. Per le prime 20 settimane, i pazienti sono stati randomizzati in rapporto 1:1 al trattamento con sei iniezioni mensili di faricimab (6,0 mg) o aflibercept (2,0 mg). Nelle settimane 24-72, a tutti i pazienti è stato somministrato faricimab (6,0 mg) fino a ogni quattro mesi, secondo un regime posologico basato su un approccio “treat-and-extend”.
Lo studio BALATON è stato condotto su 553 soggetti con occlusione venosa retinica di branca, mentre lo studio COMINO è stato condotto su 729 soggetti con occlusione venosa retinica centrale o emiretinica. L’endpoint primario di ciascuno studio è la variazione della migliore acuità visiva corretta dal basale a 24 settimane (BCVA). Gli endpoint secondari per le settimane 0-24 includevano la variazione dello spessore retinico centrale (CTS) e il riassorbimento del liquido retinico nel tempo, dal basale fino a 24 settimane.
La RVO è la seconda causa più comune di perdita della vista dovuta a malattie vascolari retiniche. Colpisce circa 28 milioni di adulti in tutto il mondo, soprattutto di età uguale o superiore a 60 anni, e può comportare perdita grave e improvvisa della vista. La RVO causa solitamente perdita della vista improvvisa e indolore a carico dell’occhio colpito, in quanto l’ostruzione della vena limita il normale flusso ematico nella retina, provocando ischemia, sanguinamento, fuoriuscita di liquido e rigonfiamento della retina, il cosiddetto edema maculare.
Ad oggi, l’edema maculare dovuto a RVO è generalmente trattato con iniezioni intravitreali ripetute di terapie anti-fattore di crescita endoteliale vascolare. Esistono due tipi principali di RVO: l’occlusione venosa retinica di branca, che colpisce oltre 23 milioni di persone su scala globale e si verifica quando si ostruisce una delle quattro “branche” più piccole della vena retinica centrale principale, e l’occlusione venosa retinica centrale, che è meno comune (colpisce infatti più di quattro milioni di persone in tutto il mondo) e si verifica quando si ostruisce la vena retinica centrale dell’occhio.
Il programma di sviluppo clinico di faricimab
Roche ha un solido programma di sviluppo clinico di fase III per faricimab. Il programma include AVONELLE-X, uno studio di estensione degli studi TENAYA e LUCERNE volto a valutare la sicurezza e la tollerabilità a lungo termine di faricimab nella degenerazione maculare legata all’età neovascolare o “umida” (nAMD), e RHONE-X, uno studio di estensione degli studi YOSEMITE e RHINE volto a valutare la sicurezza e la tollerabilità a lungo termine di faricimab nell’edema maculare diabetico (DME).
Roche ha altresì avviato diversi studi di fase IV, tra cui lo studio VOYAGER, una piattaforma globale di raccolta dati di pratica clinica. Roche supporta inoltre molti altri studi indipendenti al fine di comprendere meglio patologie retiniche per le quali sussistono urgenti esigenze ancora insoddisfatte. Faricimab è il primo anticorpo bispecifico approvato per uso oculare. Colpisce e inibisce due vie metaboliche connesse a varie patologie retiniche che minacciano la vista; agisce neutralizzando sia l’angiopoietina 2 (Ang-2) sia il fattore di crescita endoteliale vascolare A (VEGF-A).
Ang-2 e VEGF-A contribuiscono alla perdita della vista determinando destabilizzazione vascolare, che causa lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni permeabili e aumenta l’infiammazione. Faricimab è stato sviluppato per stabilizzare i vasi sanguigni attraverso l’inibizione delle vie di Ang-2 e VEGF-A. Faricimab è approvato in più di 90 Paesi in tutto il mondo, inclusi Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Unione Europea per le persone che vivono con degenerazione maculare neovascolare o 'umida' senile ed edema maculare diabetico. La revisione da parte di altre autorità regolatorie è in corso.
Roche in oftalmologia
Roche è impegnata a sviluppare terapie d’avanguardia per preservare la capacità visiva delle persone minacciata dalle principali cause di perdita della vista. Si impegna a sviluppare terapie mirate per i pazienti, attraverso innovazione nella scoperta scientifica di nuovi potenziali bersagli farmacologici, attraverso la medicina personalizzata, l’ingegneria molecolare, i biomarcatori e l’accessibilità continua di farmaci. In ambito oftalmologico, Roche può vantare la più vasta pipeline per le affezioni della retina, guidata dalla scienza e basata sull’esperienza delle persone affette da malattie dell’occhio. La pipeline include terapie geniche e trattamenti per l’atrofia geografica e altre malattie che minacciano la vista, comprese patologie rare ed ereditarie. Grazie alla profonda esperienza, ha già messo a disposizione di chi soffre di perdita della vista trattamenti oftalmici innovativi.