Niente crescita per due anni. Per gli italiani si mette male
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Ma quale crescita e ripresa, l'Italia resterà a bocca asciutta per ben due anni. L'Ocse e l'agenzia di rating Standard&Poor's hanno gelato infatti il nostro Paese. L'organizzazione di Parigi, dove Pier Carlo Padoan, attuale ministro dell'economia del governo Renzi, era capo economista fino all'anno scorso, ha drasticamente tagliato le stime di crescita dell'Italia. Numeri che peseranno in sede di stesura della legge di Stabilità che per il prossimo anno prevede un intervento di almeno 20 miliardi.
Per il 2014, il Rapporto economico intermedio diffuso oggi stima un calo del Pil della penisola dello 0,4% contro il +0,5% indicato nell'Outlook semestrale dello scorso maggio e contro un +0,9% stimato dal governo nel Def. Quello che più fiacca le speranze di ripresa di Palazzo Chigi è la stima per il 2015: le previsioni dell'Ocse puntano a un misero +0,1% contro il +1,1% pronosticato la scorsa primavera. Quelle a carico del Pil italiano sono le revisioni più pesanti del Rapporto e l'Italia è l'unico Paese in recessione tra i big del G7.
Anche S&P's ha tagliato la stima sul Pil italiano nel 2014, portandola a zero dal +0,5% previsto in giugno, una revisione al ribasso che risente di un effetto di trascinamento negativo dalla prima parte dell'anno per il Pil italiano alla fine del secondo trimestre che vale -0,3% (sarebbe la crescita media nell'anno se il Pil dovesse restare invariato nel terzo e quarto trimestre).