Parla il numero uno di Samsung Italia: "Così abbiamo sconfitto la crisi"
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
La crisi dei consumi dovuta alla recessione? "Non ne abbiamo sofferto", spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Carlo Barlocco, amministratore delegato di Samsung Italia, colosso dell'elettronica da consumo che sta per lanciare "l'S6, il primo smartphone con lo schermo curvo". "Durante la crisi abbiamo raccolto il frutto degli investimenti in innovazione che abbiamo fatto negli anni passati", aggiunge e così abbiamo incontrato i desideri del consumatore che è sempre più attento alla qualità del prodotto". E Apple...
L'INTERVISTA
Da dove parte la rincorsa di Samsung ad Apple?
"Non c'è alcuna rincorsa. Samsung è un fenomeno di lungo periodo molto diverso da Apple che ha avuto il merito di creare una categoria e una fascia di prodotti che nessuno pensava fosse più possibile ricreare, in una posizione molto alta per l'elettronica di consumo. Samsung ha saputo fare la stessa cosa, ma non soltanto sulla telefonia mobile, ma anche in tutti gli altri segmenti dell'elettronica di consumo, come i televisori, i frigoriferi e le lavatrici. Samsung è un vendor generalista nel senso che ha un'ampiezza di gamma uniche con una buona qualità di prodotti a un prezzo accessibile e un'ottima qualità di prodotti a un prezzo un po' più alto. Samsung poi ha anche un'altra cartatteristica".
Quale?
"Quella di riuscire a far parlare fra di loro i propri prodotti e andare verso il futuro che è quello della presenza di Internet negli oggetti. Siamo in un momento importante della nostra storia aziendale, perché fra 10 giorni lanceremo il nostro prodotto di punta: lo smartphone Samsung S6".
Come sarà?
" concentrato di ricerca, sviluppo e tecnologia. Sarà l'unico smartphone con lo schermo curvo. Direi quindi che non c'è una gara con nessuno dei nostri competitors, come Apple sull'alta gamma, ma con i nostri consumatori finali".
In che senso?
"Vogliamo che il numero dei nostri consumatori, che oggi in Italia sono uno su due sul mercato della telefonia non di alta gamma, rimanga stabile o aumenti, perché significherebbe che il loro grado di soddisfazione per i nostri proodotti è molto alto, indipendente dalle fortune o sfortune dei nostri competitors".

Su quali mercati geografici Samsung si sta concentrando a livello mondiale?
"Abbiamo sempre bisogno di volumi e di una continua crescita per generare ricerca e sviluppo e ricchezza a 360 gradi. E oggi i mercati più importanti sono quelli più popolati come la Cina, l'India e il Sud America".
E l'Europa?
"E' un'area dove il mercato è stabile, consolidato e la rete di distribuzione è ormai molto forte. Qui, la strategia è quella dell'apprezzamento del brand. E' un mercato dov'è molto importante, come negli Stati Uniti, non sbagliare con la pianificazione e l'attività di ricerca e sviluppo".
Anche Samsung ha pagato in Italia la crisi dei consumi? E ora, state registrando la ripresa della domanda?
"Abbiamo la fortuna di avere molti segmenti di prodotto. Percui, abbiamo registrato degli up&down come può essere stato nel comparto dei televisori in cui abbiamo quasi il 50% del mercato. In generale, però non abbiamo sofferto nel calo generalizzato dei consumi dovuto alla recessione, perché durante la crisi abbiamo raccolto il frutto degli investimenti in innovazione che abbiamo fatto negli anni passati. A differenza di tanti altri competitors, durante la recessione non abbiamo tagliato gli investimenti in ricerca e in comunicazione. Ora, per esempio, stiamo per lanciare il miglior prodotto che sia mai stato fatto nel segmento degli smartphone".

Vedremo una ripresa più forte nei prossimi mesi?
"A dir la verità, in Italia l'elettronica da consumo non è mai calata drammaticamente. C'è un'attenzione per i nostri prodotti. C'è la ripresa, ma per un prodotto di qualità che vende indipendentemente dalla fascia di prezzo. Il consumatore non compra più un prodotto inutile solo perché c'è la promozione, ma perché sa bene cosa vuole comprare dopo essersi informato sulle caratteristiche dell'oggetto. La domanda del consumatore, quindi, si qualifica a vantaggio di chi fra le aziende ha qualcosa da raccontare. Così i leader di mercato continuano a crescere in quote e fatturato indipendentemente dal ciclo, accaparrandosi le quote dei vendor che al contrario non riescono a rimanere sul mercato durante la crisi".