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Economia
Pensioni, Quota 100 fino a fine 2021. Cosa succederà dopo. Pensioni news

PENSIONI, BOZZA PNR: DOPO QUOTA 100 EQUITA' GENERAZIONALE E TENUTA CONTI

Secondo quanto si legge nella bozza del Piano nazionale di Riforma, "il Governo ha gia' intrapreso un confronto con le parti sociali in vista della conclusione della sperimentazione di Quota 100, che la legislazione vigente fissa per fine 2021, e valutera' le scelte in materia alla luce della sostenibilita' anche di lungo periodo del sistema previdenziale e del debito pubblico garantendo al contempo il rispetto per l'equita' intergenerazionale e il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica". 

PENSIONI, FLESSIBILITA' IN USCITA: QUOTA 100 RESTERA' FINO A TUTTO IL 2021 

PENSIONI, QUOTA 100: IL GOVERNO CONTE NON VUOLE SOSPENDERLA

Quota 100? Resterà per tutto il triennio di sperimentazione e cioè fino al 31 dicembre del 2021. La conferma è arrivata dal sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta che a Repubblica ha spiegato: "Quota 100 la facciamo finire oramai. In questo contesto di crisi profonda anzi può considerarsi  un ammortizzatore sociale". E' questo il motivo per cui non c’è quasi più nessuno tra i partiti che ne  teorizza o chiede la morte prematura. Anche perché la misura che  consente di anticipare la pensione a 62 anni e 38 di contributi ha  avuto meno successo del preventivato: 156 mila uscite nel 2019 contro le 290 mila ipotizzate nel decreto istitutivo, varato l’anno scorso dal governo M5S-Lega. Quasi la  metà. Con un risparmio notevole  di risorse, alla fine del triennio,  già a quota 7 miliardi su 21 stanziati.  "La prossima legge di bilancio sarà dedicata alla riforma fiscale, quella successiva alla riforma delle pensioni che entrerà in vigore l’1 gennaio 2022, sciogliendo il nodo dello scalone che  si verrà a creare per la fine di Quota 100: l’età pensionabile che sale  di cinque anni dai 62 ai 67", ha spiegato ancora il sottosegretario Del al Tesoro.

PENSIONI INVALIDITA' RADDOPPIATE. GIORGIA MELONI: "VITTORIA"

PENSIONI INVALIDITA': AUMENTO DEL 100%. La notizia sugli assegni pensionistici è ufficiale. La commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento sottoscritto da tutti i capigruppo in commissione e a prima firma Giorgia Meloni, che crea un fondo ad hoc per gli aumenti degli assegni d'invalidità al 100%. A tal fine viene previsto un fondo con uno stanziamento di 46 milioni di euro per il 2020. "Vittoria! Approvato emendamento di Fratelli d'Italia per adeguare le PENSIONI di invalidita' oggi vergognosamente ferme a 285 euro anche per gli invalidi totali. Grazie alla nostra insistenza tutte le forze politiche hanno accettato di sostenere e sottoscrivere il nostro emendamento per istituire un apposito fondo nel Decreto Rilancio che il Governo dovra' utilizzare (e alimentare) per portare le PENSIONI degli invalidi totali ad almeno 516 euro. Non abbasseremo la guardia finche' questa battaglia di civilta' non sara' tramutata dal Governo in atti concreti", scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Andiamo a ricostruire come si è arrivati alla decisione di oggi che poterà all'aumento del 100% per le pensioni di invalidità.

Pensioni raddoppiate: assegni pensionistici di invalidità, i dettagli su aumenti e per chi. Pensioni news

Le pensioni di invalidità aumentate essendo i 286,81 euro al mese anticostituzionali come ha stabilito la Corte Costituzionale, che ha considerato come l'assegno per gli invalidi totali (di cui parla la legge 118 del 1971) sia «manifestamente inadeguato a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i mezzi necessari per vivere e perciò violi il diritto riconosciuto dall'articolo 38 della Costituzione, secondo cui ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale». Gli assegni pensionistici per invalidità totale passeranno a 516,46 euro al mese. Secondo l'attuale legge l'invalido prende 13 mensilità da 286,81 euro, fino al raggiungimento di un limite annuo di reddito personale di 16 mila 982,49 euro. La legge stabilisce poi che al sessantesimo anno di età l'assegno aumenta da 286,81 euro a 516,46 euro per i sette anni successivi. Secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, tutti i disabili gravi hanno diritto a 516,46 euro a prescindere dall'età: la differenza tra le fasce 18-59 e 60-67 anni spariràe. Va sottolineato che la pronuncia delle Corte Costituzionale sugli assegni di invalidità non ha retroattivo e dovrà essere applicata a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale. L'Inps è dunque in attesa di disposizioni in merito. La Consulta ha fatto sapere che resta ferma «la possibilità per il legislatore di rimodulare la disciplina delle misure assistenziali vigenti, purché idonee a garantire agli invalidi civili totali l'effettività dei diritti loro riconosciuti dalla Costituzione». In ogni caso, i tempi dovrebbero essere brevi.  Ora vi raccontiamo quello che è successo nei giorni scorsi e che porterà a questa svolta.

PENSIONI INVALIDITA' NEWS DELLE SCORSE SETTIMANE

Pensioni, aumento assegni pensionistici: arriva la conferma, ecco per chi. Pensioni news

Pensioni di invalidità anticostituzionali (e Giuseppe Conte è pronto ad aumentarle). Ma andiamo con ordine. E’ arrivata la pronuncia della Corte Costituzionale, sulla richiesta della Corte di Appello di Torino riguardante le pensioni di invalidità totale. I giudici piemontesi avevano ritenuto la somma prevista dalla legge "insufficiente a garantire il soddisfacimento delle elementari esigenze di vita". Sostengono dunque che violi il primo comma dell'articolo 38 della nostra Costituzione, secondo cui “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale". L’aumento degli assegni pensionistici è un argomento dibattuto da molto tempo, ma tutto è rimasto fermo fino alla richiesta della Corte di Appello di Torino.

Pensioni di invalidità totale ‘troppo bassa’: ora un aumento – PENSIONI NEWS

La normativa attuale prevede che le persone con un’invalidità al 100%, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ricevano un assegno mensile dell’importo di 286 euro in caso di un reddito inferiore ai 16.982,49 euro. Questa cifra è considerata estremamente bassa, anche in rapporto all’importo stabilito per altre misure di sostegno al reddito, come il Reddito di cittadinanza.

I giudici piemontesi non hanno ritenuto corretta inoltre la differenza d’importo tra la pensione di invalidità (286,81 euro) e l’assegno sociale (459,83 euro).

Ora che Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della corte di Appello di Torino giudicando dunque troppo bassi gli importi attuali, la conseguenza è una modifica sostanziale degli importi stabiliti per legge. Aumento delle pensioni di invalidità totale che avrebbe conseguenze ingenti sulle casse dell’Inps.

 

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