Pensioni uomini e donne, la disuguaglianza di genere sale a 489 euro
Aumenta il gap tra uomini e donne (33 euro in più rispetto al 2020). In media le pensioni più elevate sono quelle dei dipendenti pubblici
Pensioni, la disuguaglianza di genere nei primi 6 mesi del 2021 sale a 489 euro. Quota 100 resta un importante strumento di uscita dal lavoro con oltre 124mila assegni erogati
La disuguaglianza di genere è ancora una realtà in Italia, anche quando si parla di pensioni. La conferma arriva dal Monitoraggio dei flussi di pensionamento dell'Inps relativo ai primi 6 mesi del 2021. La differenza in termini di importi medi per le pensioni di uomini e donne è aumentato a 489 euro in favore dei primi, ovvero 33 euro in più rispetto all'anno precedente.
La disuguaglianza pensionistica di genere nasce da elementi tradizionali come il fatto che gli uomini hanno carriere lavorative più lunghe e retribuzioni in media superiori. L'assegno medio per i lavoratori è quindi di 1.429 euro mentre quello per le lavoratrici di 931 euro. L'Inps rileva inoltre che da da gennaio a giugno sono stati liquidati 389.924 nuovi assegni con un importo medio di 1.155 euro.
Pensioni: Quota 100 resta un importante strumento di uscita dal lavoro
I pensionamenti anticipati restano uno dei principali strumenti di uscita dal mondo del lavoro e sarà uno dei temi più caldi che il 27 luglio il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, affronterà con nel colloquio con i sindacati. L'Inps rileva 124.139 assegni nel primo semestre 2021 legati a Quota 100 con un importo medio di 1.928 euro, di poco inferiori alle 126.853 pensioni di vecchiaia erogate dall'Inps nello stesso periodo. Sono 30.617 i lavoratori con età inferiore ai 60 anni con 42 anni (41 per le donne) e 10 mesi di contributi che hanno usufruito di Quota 100.
Gli importi più elevati dall'Inps sono quelli spettanti ai dipendenti pubblici con 52.139 nuovi assegni con un importo medio di 1.979 euro. Nel caso di pensioni anticipate l'emolumento medio sale a 2.354 euro.
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