Piazza Affari in netto rialzo, volano i titoli bancari - Affaritaliani.it

Economia

Piazza Affari in netto rialzo, volano i titoli bancari


Milano accelera al rialzo con il comparto bancario. A pochi minuti dall'avvio, il Ftse Mib registra un progresso del 3,08% a 17.024 punti con lo spread tra Btp e Bund in calo a 132 punti base con un rendimento del decennale dell'1,61%. Il settore bancario - il più colpito dalle vendite delle ultime settimane -segna un progresso del 4,22%.

Maglia rosa per Mps (+9,65%), una delle banche coinvolte nel risiko delle popolari. Rimbalzo anche per Banco Popolare (+8%) e Bpm (+6,04%) che potrebbero annunciare questa settimana la fusione a cui mancano da definire solo alcuni dettagli. Acquisti su Unicredit (+5,29%), Bper (+5.06%), Ubi banca (+4,08%) e Intesa Sanpaolo (+3,42%). Tra i rialzi maggiori Unipol +6,12%, UnipolSai +5,87% e Telecom Italia (+4,13%) il cui cda si riunisce oggi per l'approvazione dei conti. Il titolo del settore tlc domani illustrerà anche il piano industriale.

Avvio tonico per le Borse europee che confermano il trend positivo di venerdì sostenute dal balzo della Borsa di Tokyo che sale di oltre sette punti percentuali. Nel dettaglio Francoforte mette a segno un rialzo del 2,10% con Commerbank in evidenza grazie a un progresso superiore al 6%. Bancari protagonisti anche alla Borsa di Madrid dove l'Ibex 35 mostra un recupero del 2,57%. Bene anche Parigi con il Cac-40 in rialzo del 2,25% e Londra con il Ftse 100 in progresso dell'1,85%.

La Borsa di Tokyo, dopo un'apertura in forte rialzo, allunga il passo e chiude con un risultato record a +7,16%. In Europa i future sui principali listini prevedono un'apertura di seduta positiva con rialzi appena sopra l'1%. A favorire gli acquisti sulla piazza nipponica è stata la chiusura positiva di venerdì a Wall Street, mentre il nuovo deprezzamento della valuta giapponese favorisce la ripresa dei titoli delle aziende esportatrici. La flessione settimanale dell'11%, fatta segnare dal Nikkei venerdì scorso, era stata la più ampia degli ultimi 7 anni. Una performance della piazza giapponese nonostante la diffusione dei dati sul Pil nipponico che registrano una nuova fase di contrazione per l'economia, che segna un calo dello 0,4% nel periodo da ottobre a dicembre, con consumi che continuano a rimanere deboli malgrado la politica espansiva messa in atto dal governo nipponico negli ultimi 3 anni.

Le rilevazioni dell'Ufficio di Gabinetto evidenziano una flessione del dato annualizzato dell'1,4%, più marcata rispetto alle previsioni degli analisti interpellati dall'agenzia Bloomberg, di un meno 0,8%. La diminuzione dei consumi dello 0,8%, che da soli contribuiscono al 60% del Pil, e la crescita fiacca dei salari non consentono alle riforme del premier Shinzo Abe il raggiungimento dell'obiettivo di una ripresa dell'inflazione al 2% e l'uscita definitiva dalla spirale deflattiva che attanaglia la terza economia mondiale da quasi 20 anni.

Il calo ha riguardato anche le esportazioni, pari allo 0,9%, dopo un'espansione del 2,6% nel trimestre precedente, a causa della riduzione della domanda dagli Stati Uniti e le economie emergenti, inclusa la Cina. Le riforme del premier giapponese, in carica dal dicembre del 2012, prevedono un robusto incremento della spesa pubblica e una forte espansione monetaria da parte della banca centrale per contribuire al sostegno di crescita e occupazione, con incentivi che possano tramutarsi in aumenti dei salari da parte delle aziende e la progressiva ripresa delle spese per consumi.

La recente decisione della Boj di applicare tassi negativi sulle riserve bancarie rientra in questa direzione, nel tentativo di spingere le istituzioni finanziarie a concedere maggiori prestiti alla clientela. Ma il recente apprezzamento dello yen sul dollaro, quasi il 6% da inizio mese, rischia di penalizzare i profitti delle aziende esportatrici, e potrebbe costringere l'istituto centrale a un nuovo intervento per stabilizzare la valuta, per la prima volta dal 2011.

Con l'attuale quadro di incognite, secondo gli economisti, il nuovo ritocco dell'IVA dall'8% al 10%, previsto nell'aprile del 2017 per contenere l'espansione oltre misura del debito pubblico, potrebbe slittare ulteriormente.

Il ministro giapponese dell'Economia, Nobuteru Ishihara, a margine di un incontro con la stampa, ha detto di aspettarsi una ripresa moderata e che "i fondamentali dell'economia nipponica rimangono solidi". I commenti sono stati ripresi dopo la pubblicazione della contrazione del Pil giapponese evidenziata nell'ultimo trimestre del 2015.

Le Borse cinesi, invece, registrano un significativo calo. I listini cinesi sono in affanno al ritorno degli scambi dopo la lunga pausa settimanale per la festività del Capodanno lunare: a Shanghai l'indice Composite segna nelle prime battute una frenata del 2,66%, scivolando a 2.689,91 punti, mentre a Shenzhen la flessione è del 3,08%, a quota 1.696,78. L'esportazione cinese segna a gennaio un meno 6,6 %, mentre le importazioni sono quotate in calo del 14,4%.