Il turismo in ginocchio. Le restrizioni anti-Covid presentano ancora il conto alla crescita dell’economia italiana, nonostante l’industria tricolore corra e traini i tentativi di ripresa in tutta Europa. Così, in attesa che l’Istat diffonda il dato sul Pil del primo trimestre, secondo il Centro Studi della Confindustria (CsC) l’effetto netto fra crollo dei servizi, in particolare quelli legati alla filiera turistica impattati dai nuovi lockdown, e andamento positivo della produzione industriale genererà una dinamica del Pil nei primi tre mesi dell’anno inferiore a quella dell’ultima parte del 2020.
In piena pandemia l'industria italiana, scrivono infatti gli economisti di Via dell’Astronomia, sta mostrando una "buona tenuta, sostenuta maggiormente dall'accelerazione della domanda estera", ma cionondimeno, nel primo trimestre il Pil sarò in leggero calo rispetto a fine 2020, andamento in primo luogo determinato dai servizi, settore in forte difficoltà. Nel dettaglio, rileva il Csc, nonostante la battuta d'arresto rilevata a marzo, complessivamente da gennaio a fine marzo l'industria italiana "ha confermato una buona tenuta, avendo registrato un significativo incremento di attività (+1%, ma con ampia eterogeneità settoriale), pur in un contesto pandemico in peggioramento".
L'andamento è tale, sostengono gli esperti della Confindustria, nonostante il numero dei nuovi casi sia quasi raddoppiato tra febbraio e marzo e, a causa di ciò sono state rafforzate le misure restrittive. "Lo stringency index, che misura in un range da zero a 100 le limitazioni introdotte per frenare la diffusione del virus, è salito a marzo a 84,3, poco sotto i livelli di un anno prima”, rileva il Centro Studi.
Ai fini della crescita, Viale dell’Astronomia conclude che "la buona performance dell'industria contribuisce positivamente al Pil nel primo trimestre”, ma che “a causa della dinamica negativa dei servizi, specie quelli legati alla filiera turistica (ancora in forte difficoltà), la variazione è attesa lievemente negativa rispetto a fine 2020”.
L’anno da dimenticare del Covid, in cui il Reddito 2020 dell’Azienda Italia che eravamo abituati a valutare intorno ai 1.800 miliardi è tornato sotto quota 1.600 miliardi ai valori del 1997, quasi un quarto di secolo fa, ha segnalato una contrazione finale del Pil dell’8,9%, con un quarto trimestre in calo dell’1,9%. Il risultato di ottobre-dicembre ha tradito le aspettative per una prosecuzione del mega-rimbalzo dei tre mesi precedenti.
Ora, secondo la Confindustria, il primo trimestre del 2021 si apre nel peggiore dei modi: ancora a passo di gambero. Come hanno spiegato Ocse e Fmi, quest’anno il Pil italiano potrebbe crescere di oltre il 4% (4,1% per l’Organizzazione di Parigi e 4,25% per l’Organismo di Washington) con un’accelerazione nell’ultima parte dell’anno, ma tutto dipenderà dalla campagna vaccinale. Condizione strettata per quanto riguarda le prospettive finali del 2021 anche dal Centro Studi di Viale dell'Astronomia.
Il vecchio governo aveva fissato nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDef) un rimbalzo della crescita al +5,1%. Intorno a metà aprile (da presentare entro il 10 ma si scommette su uno slittamento), il duo Draghi-Franco alzerà il velo sul nuovo Def, abbassando le stime per quest'anno e prendendo atto delle aspettative ancora “tradite” per il nuovo tonfo del primo trimestre.
@andreadeugeni
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