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Economia
"PopBari, ancora 2 anni di perdita". Rumor: Mattarella presidente, Bergami Ceo

Messa in sicurezza, ma ancora due anni di perdita”. Durante un'audizione davanti alla Commissione d'inchiesta sulle banche preside tura dalla grillina Carla Ruocco, i commissari straordinari della popolare pugliese Antonio Blandini ed Enrico Ajello tirano le fila della propria gestione prima di lasciare le redini della banca al Cda che verrà nominato il 15 ottobre dall’assemblea. "La situazione di partenza era molto complessa e delicata dal punto di vista industriale: la banca aveva un rapporto cost/income ben oltre il 100%, fra i peggiori in Italia". Le criticità sono state risolte con la "stabilizzazione patrimoniale" realizzata con gli 1,6 miliardi arrivati da Fitd e Mcc, hanno spiegato i commissari secondo cui si potrà “arrivare a un risultato economico positivo nel 2023-2024”.

Il rilancio della Banca Popolare di Bari è "un'occasione unica anche per lo sviluppo del Mezzogiorno”: piace anche ai commissari l'idea lanciata dalla presidente Ruocco di un polo bancario del Mezzogiorno. La trasformazione della Banca Popolare di Bari in una Spa e il fatto di avere un "solido e prestigioso" socio di controllo come Mcc è un "risultato importante". Ora bisogna avviare una fase di rilancio con la definizione del piano industriale 2020-24"; l'obiettivo è che "diventi un importante operatore bancario del Mezzogiorno che combini innovazione e territorio", ha detto Blandini.

Banca Popolare di Bari è rimasta l'unica grande banca al Sud, "può svolgere una funzione importantissima di politica economica di sostegno e supporto all'economia in un territorio così depresso come il Mezzogiorno". Apertura anche a un eventuale ingresso della Regione Puglia nel capitale della banca: "E' sicuramente qualcosa di molto interessante e importante", ha sottolineato Blandini precisando che "non abbiamo dati su questo tema". Questo è comunque "un progetto recente e se dovesse realizzarsi avverrà solo dopo che i commissari straordinari saranno usciti dalla banca", il 15 ottobre, quando l'assemblea ordinaria della banca nominerà il nuovo cda e il collegio sindacale (Mcc presenterà la lista entro venerdì 25).

Con la gestione commissariale, è cominciato il turnaround. I crediti in sofferenza netti a giugno 2020, dopo l'operazione con Amco, rappresentano lo 0,24% dei crediti totali dell'istituto, con una diminuzione rispetto all'anno precedente del 95,4%, ha spiegato Blandini aggiungendo che "la rilevante riduzione degli stock di crediti deteriorati da gestire contribuirà a migliorare i tassi di recupero su incagli e sofferenze". In prospettiva, secondo il commissario, è bene che la banca si concentri su una clientela corporate di "piccole e medie imprese del territorio, per non creare esposizioni eccessive rispetto alla dimensione contenuta del gruppo".

La tempistica è stata determinante per la risoluzione della crisi. "Il mondo politico ha compreso subito l'importanza e la necessità di intervenire in tempi rapidi. Il fattore tempo è stato determinante", ha messo in evidenza Ajello. I rischi legali sulle richieste di ristoro ai soci retail della banca che avevano sottoscritto gli aumenti di capitale del 2014 e del 2015 "sono tutti coperti. E' stato costituito un fondo ad hoc per tutte le proposte transattive". Nei prossimi giorni i commissari avvieranno il pagamento per un esborso totale di 44 milioni.

Intanto, secondo quanto ha riportato il Messaggero, Bankitalia sarebbe riuscita a sottrarre le nomine della Popolare di Bari dalla gestione politica post elezioni regionali in Puglia. E di fronte all'indebolimento del M5S che mirava a insediare un vertice di proprio gradimento nel nuovo board targato Mcc, scrive Il Messaggero, Banca d'Italia - d'intesa con la Vigilanza europea - sarebbe riuscita a strappare una designazione tecnica, fuori dalla mischia, lontana anche da eventuali rivendicazioni da parte di Michele Emiliano, confermato governatore.

E dunque, alla presidenza della PopBari, Via Nazionale ha condiviso la nomina di Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Mcc che e' l'azionista di maggioranza dell'istituto con il 97%. Mattarella sarebbe una scelta tecnica, di professionalità, indipendenza e autonomia che serve per restituire credibilità alla rinascita dell'istituto dopo la gestione Jacobini-De Bustis e, soprattutto, dopo che una prima volta l'assemblea fissata per il 16 settembre era stata annullata per la contrapposizione tra M5S e Pd sulle nomine al vertice.

Per la poltrona di amministratore delegato la posizione sarà appannaggio di Giampiero Bergami, assunto da Mcc e distaccato in Puglia come direttore generale. Restava la poltrona di presidente che ha un suo valore per la funzione di rappresentanza della banca evitando che essa possa essere influenzata dalla politica.

Così qualche giorno fa Bankitalia avrebbe fatto sapere, anche a nome della Bce, che non avrebbe consentito deviazioni sulla presidenza da attribuire a Mattarella, da settembre 2017 al timone di Mcc. La presa diretta del socio forte potrà consentire interventi di riordino del credito nel Mezzogiorno, conseguenti al mandato contenuto nel decreto 142/2019. 

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