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Altolà dell'Europa all'Italia sulle quote latte: sta per scattare la procedura d'infrazione. Bruxelles ha inviato infatti al nostro Paese una lettera di messa in mora, prima tappa della procedura d'infrazione Ue, esortandola a "recuperare ai produttori di latte, che tra il 1995 e il 2009 hanno superato le quote loro assegnate, multe per un totale stimato in almeno 1,42 miliardi di euro, in gran parte ancora non riscossi".

Il riferimento è al sistema di quote - introdotto dal lontano 1984 - che assegna ai produttori di ogni Stato membro un quantitativo limite di produzione nazionale, ideato in teoria per combattere il problema della sovraproduzione cronica. Se uno Stato membro supera la propria quota, i caseifici o i suoi singoli produttori sono tenuti a pagare un prelievo sulle eccedenze.

"Oggi la Commissione europea ha esortato l'Italia a porre rimedio alle carenze nelle azioni di recupero dei prelievi sulle eccedenze dovuti dai produttori lattiero-caseari che hanno superato le quote individuali negli anni in cui il paese ha superato le quote latte nazionali", si legge nel comunicato della Commissione. "Le autorità italiane, nonostante le ripetute richieste della Commissione, non hanno ancora adottato le opportune misure per recuperare i prelievi dovuti tra il 1995 e il 2009, che si stima corrispondano a un importo complessivo di almeno 1,42 miliardi di euro e che sono in gran parte ancora non riscossi.

quote latte

La Commissione ha sottolineato la necessità di rimborsare tale somma al bilancio dello Stato, per evitare che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani", si aggiunge.

Il mancato recupero di questi prelievi, scrivono ancora a Bruxelles, "vanifica le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari, oltre a creare distorsioni della concorrenza con altri produttori europei e italiani che hanno rispettato le quote di produzione o pagato i prelievi sulle eccedenze in caso di superamento dei limiti".

La Commissione ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora, concedendole un termine di due mesi entro il quale presentare eventuali osservazioni; dopo averle esaminate, potrà chiedere allo Stato italiano  - con un "parere motivato" - di intraprendere le misure necessarie per conformarsi al regime delle quote entro un determinato intervallo di tempo.

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