Rcs/ Della Valle risponde a Bazoli: "Patetico. Dice il falso sulla lista per il Cda"
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Arzilli vecchietti parte seconda: accuse, querele e botta e risposta pieni di veleni. A poco dall'assemblea di Rcs di fine aprile chiamata ad approvare il bilancio e a rinnovare gli organi sociali, il presidente della Tod's Diego Della Valle scrive un nuovo capitolo dell'infinita saga che vede ormai da più di qualche anno duellare i principali azionisti del gruppo che edita il Corriere della Sera. E cioè Fiat e Banca Intesa (in uscita con il 4,17%) da una parte e l'imprenditore marchigiano (titolare del 7,32%).
La ricomposizione del fronte dei primi cinque soci di Rcs che hanno depositato una lista unica di maggioranza aveva, per il momento, portato a una tregua nel redde rationem finale che porterà il Lingotto a scontrarsi con la Tod's per il controllo di Via Rizzoli. Controllo ora saldamente in mano al terzetto Fiat, Intesa e Mediobanca. Ma con Intesa (entro il 2017) e Mediobanca in uscita, par di capire che la scalata al CorSera potrebbe essere dietro l'angolo.
A Della Valle non sono decisamente andate giù le affermazioni di Bazoli, che ha il pallino di Rcs, in cui il presidente di Intesa ha sottolineato il ruolo della propria banca nell'evitare "un'altra frattura" fra i soci di Via Rizzoli. Parole al termine della quali, riferendosi agli epiteti di Della Valle "arzilli vecchietti", ha annunciato di aver sporto querela per diffamazione.
"Leggo che Bazoli, verso il quale non cambio di una virgola la mia opinione, un giorno sì e l’altro pure, parla senza averne titolo del Corriere della Sera, creando tra l’altro serio imbarazzo agli azionisti e alla società stessa", si legge in un comunicato diffuso da da Della Valle. "L’ultima novità di Bazoli sarebbe quella di aver aderito alla presentazione della lista per il cda Rcs , per evitare fratture tra azionisti rilevanti. Questa è una notizia falsa che apprendo ora per la prima volta e che è completamente destituita di fondamento".
In particolare, Mr Tod's fa sapere di non vedere "personalmente" e parlare con Bazoli "da moltissimo tempo". E racconta la sua verità sulla presentazione di una lista unica di maggioranza: "Se si è potuta presentare una lista comune lo si deve al lavoro fatto da Alberto Nagel (amministratore delegato di Mediobanca , ndr), che ha dialogato con gli azionisti tutti e ha proposto una possibile lista di amministratori che hanno ottime credenziali e che conoscono bene il mestiere dell’editoria".
E' per questa unica ragione che, dice Della Valle, "ho aderito all’accordo, pensando più al futuro di Rcs che ai contrasti personali e credo anche che questo sia stato lo spirito di altri azionisti". L'industriale, poi, torna sul ruolo del banchiere bresciano: "La voglia irresistibile di Bazoli di voler far credere di essere, come nel passato, un punto di riferimento in Rcs è abbastanza patetica e soprattutto falsa. Lui è stato sentito come gli altri azionisti per la quota che rappresenta e non ha influenzato o, tanto meno, determinato nessuna decisione".
Infine, Della Valle conclude rispolverando la retorica dei vecchi riti stanchi dei salotti finanziari. "Bazoli, e altri antichi sacerdoti del tempio, si ostinano a non capire che il loro tempo è finito, che il mondo si muove a un’altra velocità e che oggi sono centrali la buona gestione delle aziende, i risultati che ottengono e le capacità degli uomini che le guidano. Voler apparire ancora oggi come sommo cerimoniere di antichi e lubrificati riti, oltre che essere anacronistico, è anche molto ridicolo".