Il Corriere della Sera passa agli Agnelli: Fiat sale al 20,1%

La vicenda Rcs prende una svolta inattesa. Il controllo della società che edita il Corriere della Sera passa infatti alla famiglia Agnelli che negli ultimi giorni ha rastrellato diritti sul mercato. La Fiat ha infatti annunciato di aver acquistato ulteriori diritti relativi alla ricapitalizzazione di Via Rizzoli, che porteranno la sua quota post aumento al 20,135% del nuovo capitale ordinario, vale a dire quasi il doppio della quota già detenuta (pari al 10,497%).
A riversare le opzioni sul mercato sono stati Rotelli, Benetton, la famiglia Merloni e Generali che non hanno intenzione di sottoscrivere l'aumento di capitale da 421 milioni necessario per salvare il gruppo.
Il Lingotto ricorda in una nota "si era gia' impegnato a sottoscrivere 'pro quota' l'aumento di capitale del gruppo editoriale "per un totale di 34.608.429 azioni ordinarie" e "ad acquistare ulteriori diritti di opzione offerti da altri partecipanti al patto di sindacato necessari alla sottoscrizione di 9.082.788 azioni ordinarie". In questo modo, sarebbe salita fino al 13% circa.
Di qui il colpo a sorpresa nell'ultimo giorno utile per l'esercizio dei diritti. "Nella giornata di oggi - spiega ancora la nota - Fiat ha acquistato sui mercati regolamentati ulteriori 10.700.000 diritti di opzione che danno diritto alla sottoscrizione di 32.100.000 azioni ordinarie Rcs. A seguito di queste operazioni al termine dell'aumento di capitale Rcs, nel caso in cui lo stesso risulti integralmente sottoscritto, la partecipazione di Fiat al capitale sociale ordinario di Rcs sara' pari a 87.327.360 azioni ordinarie corrispondenti al 20,135% del nuovo capitale sociale ordinario". Le azioni detenute dal Lingotto, "incluse quelle rinvenienti dall'aumento di capitale", sono soggette "ai termini e condizioni del patto di sindacato Rcs"
Insomma, un vero blitz di Elkann e soci (la Giovanni Agnelli & C Sapaz, in una sua nota, conferma invece di non detenere altre azioni o diritti di opzione Rcs direttamente o indirettamente) che ora apre la strada alla tanto chiacchierata integrazione con La Stampa, il quotidiano torinese già controllato da Fiat.
Blitz che scompiglia ancora di più i piani di Diego Della Valle che, in attesa di un confronto con gli altri soci sul piano industriale, sembrava sempre più convinto di limitarsi a coprire il suo 8,8% (con un esborso di circa 30 milioni) tanto per non allentare la presa su via Solferino.