Regioni in default? Addio sanzioni. Dietrofront della Corte Costituzionale

Ennesimo schiaffo ai cittadini. A tirarlo è stavolta la Corte Costituzionale che ha cancellato con un colpo di spugna le sanzioni previste per le Regioni in default.
La sentenza in questione è la 219-2013 nella quale si prevede l'abrogazione di quanto disposto dal governo Monti in materia di controlli e sanzioni alle Regioni fuori controllo dopo lo scandalo-Fiorito nel Lazio e le vicende simili esplose in tanti consigli regionali.
Cade così lo scioglimento dei Consigli, cade l’incandidabilità per 10 anni dei presidenti delle Regioni in default per dolo o colpa grave, cade persino l’obbligo di relazione di fine legislatura per fissare nero su bianco le responsabilità finanziarie di ogni governo regionale uscente.
Non solo: nelle Regioni a Statuto speciale cadono persino i nuovi controlli da parte degli ispettori della Ragioneria generale e le sanzioni per chi sfora il Patto di stabilità.
Lascindo da parte i dubbi sulla sentenza (c'è chi parla di un eccesso di potere da parte della Cosulta) la cosa che più colpisce il singolo cittadino è che ancora una volta i tagli, i controlli, le sanzioni annunciati contro la Casta vengono puntualmente annullati, ammorbiditi, svuotati. Come se, appena i riflettori si spostano su altro, lo Stato che con una mano è intervenuto per sanare le ingiustizie, con l'altra è pronto a disfare sapendo di farla franca.