Jobs Act, Renzi contestato a Brescia dalla Fiom
Non e' la prima volta che accade, ma che il fenomeno non accenni a diminuire rappresenta comunque un segnale: arriva Matteo Renzi e fuori del cancello fioccano le contestazioni. Oggi e' accaduto a Brescia, all'ingresso di una fabbrica meccanica (quindi territorio naturale della Fiom), la Palazzoli Srl. Ad attenderlo in circa 400 persone, tra centri sociali e metalmeccanici poco entusiasti del Jobs Act.
Una misura, quest'ultima, nei confronti della quale in molti vedono sempre piu' chiaro all'orizzonte il ricorso al voto di fiducia. Il premier entra senza rilasciare dichiarazioni.
Dentro, dal microfono, scatena l'offensiva mediatica. "E' stato progettato in queste settimane un disegno per dividere il mondo del lavoro. E' una delle idee che ha fermato l'Italia; se abbiamo perso vent'anni e perche' c'e' chi ha pensato di dividere in due il mondo del lavoro", spiega.
Se fuori c'e' la Fiom, la platea di fronte a lui e' quella degli industriali locali, ed ha nei suoi confronti un atteggiamento molto diverso. "L'Italia e' unica e indivisibile, e' l'Italia di chi ama i propri figli", aggiunge Renzi, "Vogliono contestare il Governo, bene, e' un loro diritto, se vogliono contestare lo facciano pero' senza invadere il campo di gioco dello scontro politico. Se si vuole placcare il governo ci sono tante strade ma senza strumentalizzare i disoccupati e i precari". Il loro dolore, soggiunge, va rispettato.
Quando finisce dal palco, si attacca a twitter."Ieri dicevano che eravamo ragazzini, oggi che siamo poteri forti. Facciamo paura, perche' hanno capito che questa e' la volta buona", scrive. Qualcuno interpreta il messaggio come indirizzato ad Eugenio Scalfari o, piu' in generale, a quegli opinion maker che in questi giorni non hanno rinunciato ad attaccare il governo. Governo che questa settimana sara' impegnato proprio sul fronte della legge di stabilita' e della riforma del lavoro.
Il tema del ricorso alla questione di fiducia affiora in continuazione. Il ministro del lavoro, Poletti, pare escluderla. Cosi' anche Orfini, ma in modo piu' dubitativo. Intanto arriva la notizia che la fiducia verra' chiesta su un altro provvedimento, la riforma del processo civile.