"Ripresa in primavera"? #renzinoncifregare
"Non bastano sei mesi, ma certo già la prossima primavera vedremo il Paese ripartire, dopo troppo tempo di palude e di stagno". Serafico (ma non bisognava mettersi a correre??), il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha tracciato a grandi linee il cammino del Pil italiano nei prossimi trimestri, un sentiero, quello della crescita, che purtroppo il nostro Paese ha smarrito ormai dal lontano secondo trimestre del 2011. Una palude da cui, secondo Renzi, l'ex premier Enrico Letta non sarebbe riuscito a portarci fuori, perché privo di quel guizzo e di quel senso dell'urgenza che necessitano nel guidare un governo in fasi congiunturali molto difficili come quella del 2014.
Da qui, il blitz del Nazareno nello scorso inverno e il repentino cambio di inquilino a Palazzo Chigi, dopo che solo qualche settimana prima il segretario del Pd aveva tranquillizzato il compagno Letta dicendogli dal salottino di Daria Bignardi: "#enricostaisereno".
Qual è il bilancio dopo questo ribaltone? Otto mesi dopo, ci ritroviamo con due trimestri in cui il Prodotto interno lordo è tornato pericolosamente a scendere (quello di Letta è stato l'ultimo a variazione nulla), trend che ha compromesso il percorso di rientro del debito concordato con Bruxelles e un Pil che chiuderà ancora in rosso nel 2014.
Insomma, per vedere la tanto annunciata ripresa ("L'Italia cambia verso, in tutti i sensi", veniva pomposamente gridato ai quattro venti durante le ultime Primarie del Pd), Germania permettendo, dovremo attendere appena la "primavera del 2015". #renzinoncifregare, #dattiunamossa, perché #noinonstiamotantosereni.