Renzi: "Sindacati? La gente è con me". Ma la Camusso: "Cresce il consenso attaorno a noi"
Matteo Renzi dice che la gente sta con lui, non con i sindacati. Ma la reazione della Cgil non si fa attendere: "Stiamo lavorando per preparare la manifestazione del 25 ottobre e abbiamo attorno a noi molto consenso" è la replica che il segretario Susanna Camusso gli fa arrivare a distanza di poche ore. Infatti, pur non volendo rispondere direttamente alle affermazioni rilasciate dal capo del governo al Washington Post sull'orientamento dei lavoratori rispetto alle posizioni (divergenti) del governo e del sindacato, Camusso è convinta che i lavoratori siano al fianco delle rappresentanze sociali.
Le dichiarazioni di Matteo Renzi vengono diffuse all'indomani del redde rationem in una infuocata direzione Pd su riforma del lavoro e articolo 18 (identità della sinistra), e dopo lo scontro con la minoranza interna al partito. Il presidente del Consiglio, che giovedì sarà in visita a Londra per un incontro con il primo ministro britannico David Cameron, approfitta dell'intervista rilasciata al quotidiano Usa per ribadire che "noi possiamo e dobbiamo cambiare".
"Dopo anni di stagnazione - dice Renzi parlando della riforma - io penso che sia il momento che l'Italia realizzi le cose che stiamo aspettando da anni. Per quanti anni l'Italia ha parlato di riforme? Per quanti anni ha parlato di riforme costituzionali e ha atteso di spezzare il filo rosso della burocrazia? Paradossalmente, la crisi è la ragione per cui dobbiamo accelerare il cambiamento".
"Senza cambiamento - prosegue - è impossibile credere nel futuro". Poi la stoccata: "Credo che la gente stia dalla nostra parte, non dalla parte dei sindacati" che "in questo momento sono contrari alle mie proposte. In generale penso che il loro ruolo sia importante, ma per me è fondamentale dare un messaggio: per favore, lasciateci continuare, lasciateci andare avanti. Non siamo legati allo stesso destino dei sindacati".
E ancora, con lo sguardo all'iter parlamentare del disegno di legge: "Franchi tiratori al Senato sul jobs act? No, non credo anche perché ieri c'è stata una discussione seria, lunga, al termine della quale il partito si è espresso (130 sì al segretario, 20 no e 11 astenuti, ndr). Ora si tratta di definire il documento nelle varie fattispecie".
"D'Alema, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Tutte le volte che parla recupero un punto nei sondaggi. Grande stima e rispetto per D'Alema pero' per piacere evitiamo di continuare con le polemiche e con le assurdita'. Con Berlusconi abbiamo fatto un patto per la legge elettorale e per la riforma della Costituzione perche' le riforme si scrivono tutti insieme. Poi stiamo governando noi che, con tutti i nostri limiti, siamo un partito che sta cercando di cambiare l'Italia e di fare quelle cose che in 20 anni non sono state fatte". Lo ha detto Matteo Renzi in un'intervista a Ballaro'. "Se quando al governo c'era D'Alema avessimo fatto la riforma del lavoro come hanno fatto in Germania o nel Regno Unito non saremmo ora a fare questa discussione", ha aggiunto.