Pil/ Governo Renzi al lavoro sul Def. Mazzata con la legge di Stabilità
Mentre fioccano i rumors su una trattativa con l'Europa circa i margini di flessibilità per non mettere l'Italia nell'angolo e costringere il Paese a una pesante manovra correttiva, il governo Renzi inizia a mettersi al lavoro alla nota di aggiornamento al Def che dovrà presentare al Parlamento entro il 20 settembre per poi passare al vaglio di Bruxelles.
Il Def, infatti, dopo la crescita negativa dei primi due trimestri è da rifare. Il prodoto interno lordo per quest’anno sarà vicino alla crescita zero, invece dello 0,8%. Il deficit in rapporto al pil salirà dal 2,6% al 2,9-3% e il debito pubblico potrebbe sforare quota 135% del pil. Difficile pensare che a fronte di queste variazioni, non ci sarà una correzione di rotta del governo.
Insomma, se una manovra a settembre potrebbe essere evitata, di sicuro la legge di Stabilità per il prossimo anno non potrà essere light. Eppure anche il premier Renzi è ottimista e continua a ripetere che l'Italia non salirà sopra il 3% in nessun caso, dicendosi fiducioso riguardo al bilancio dello Stato. L'Europa non è vista come un problema da palazzo Chigi.
Intanto, nei giorni scorsi, per convincere Bruxelles che la situazione dell’economia italiana non era così disastrosa e che comunque la cura del governo avrebbe fatto effetto subito, il ministro dell’Economia aveva sfornato un Def (Documento di economia e finanza) ottimistico. Parlando alla Bbc Radio4, Padoan ha riconosciuto che lo scenario sarà peggiore delle previsioni. Nel 2014 "ci attendiamo una crescita inferiore alle nostre previsioni", ma questo, ha assicurato, che non cambierà il programma delle riforme. "Quello che cambierà è che per la ripresa in Italia, ma anche in Europa ci vorrà più tempo del previsto". Non è una scusa, ha precisato Padoan, ma "ci siamo sbagliati tutti sia le organizzazioni internazionali sia i governi, prevedendo per il 2014 una crescita superiore nella zona euro".
Padoan ha anche invitato alla pazienza giacchè occorreranno due anni per vedere gli effetti sulle riforme. Il percorso di riforme in Italia, ha ammesso il ministro del Tesoro, non è certo brillante, ma "stiamo lavorando proprio per renderle effettive". Le riforme sono lo strumento efficace per riportare la crescita, ma c'è bisogno di tempo per vedere i benefici, non sono sufficienti solo pochi trimestri.