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Economia
Ricavi giù del 25% e rally in Borsa. Che cosa c'è dietro il miracolo Ovs

Può esserci un rally in Borsa dopo una flessione dei ricavi del 25%? Sì, se i conti vengono presentati durante la più grande crisi economica in tempo di pace. Succede dunque anche con Ovs, che ha presentato i conti del bilancio chiuso lo scorso 31 gennaio e che ha avuto revenues rettificate per 1,02 miliardi, in discesa rispetto agli 1,37 dell’esercizio precedente ma che hanno comunque convinto gli analisti. Prima di tutto, perché le vendite online sono aumentate a velocità doppi a(+63%) rispetto al resto del comparto di riferimento in Italia.

Il risultato netto, negativo per 4,8 milioni, non ha spaventato i mercati e men che meno l’azienda, che ha proposto di non distribuire dividendi ma che ha mostrato tranquillità. L’ad del gruppo, Stefano Beraldo, ha dichiarato di attendersi nel primo trimestre di quest’anno “un andamento della topline che continuerà a sovraperformare il mercato dell’abbigliamento in Italia e un andamento della redditività in marcato recupero rispetto a quella del 2020, periodo in cui il lockdown aveva interessato per lunga parte tutto il network del Gruppo. Si consolidano pertanto le aspettative di forte recupero della redditività per l’anno in corso e di un progressivo deleverage”.

Ma anche la strategia futura sembra aver convinto gli investitori. Il titolo, infatti, ha guadagnato anche il 10% e mentre scriviamo si attesta a +8,5%. Prima di tutto, no ad acquisizioni roboanti: l’intenzione, semmai, è quella di procedere con una strategia sartoriale e con una M&A di piccole dimensioni. “Non compreremo Conbipel – ha detto Beraldo – ma magari qualche loro negozio”. E questo perché l’obiettivo è quello di tornare ad avere nei negozi fisici e online marchi internazionali come Abercrombie&Fitch o Levi’s.

L’intenzione, dunque, è quella di creare una vera e propria piattaforma capace di venire incontro alle esigenze della clientela, senza per questo lanciarsi in imprese poco compatibili con la storia del gruppo. "Non voglio competere con Zalando – ha detto Beraldo - , voglio brand che siano coerenti con i nostri”.

Tra l’altro, l’amministratore delegato ha chiarito di non guardare a grandi nomi del retail – su tutti i Benetton – anche perché il gruppo ha raggiunto una quota di mercato dell'8,6%, senza incrementi della superficie totale dei negozi. Per quanto riguarda le vendite prevede che quest'anno siano superiori a quelle del 2020 ma comunque inferiori al 2019. Nel solo primo trimestre il fatturato si indirizza verso un calo del 20-30%.

Ci sarà tempo per tornare a risultati brillanti anche dal punto di vista dei bilanci. Per intanto, agli analisti basta vedere che il sentiero intrapreso è quello giusto. Di questi tempi, tocca accontentarsi.

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