Fisco, rischio mazzata a settembre: ingorgo da 240 euro per Tares e Imu

Indipendentemente dalla sospensione o meno dell'Imu sulla prima casa, "è fondamentale ripensare l'intero sistema della fiscalita' locale rivedendo dalle fondamenta i Decreti di attuazione del federalismo fiscale, a partire dal riequilibrio della tassazione a vantaggio dei lavoratori dipendenti e delle imprese". E' quanto chiede la Uil che avverte: a settembre c'e' il rischio di un ingorgo fiscale di 240 euro medi tra Tares e Imu.
"Se venisse confermata l'ipotesi di sospendere la prima rata dell'Imu sulla prima casa a Giugno, per spostare il pagamento a settembre - (il meccanismo dei tre pagamenti dello scorso anno), - siega la Uil - si rischierebbe un ingorgo fiscale in quel mese. Infatti, oltre ai 92 euro medi del secondo acconto per la Tares, ci sarebbe "l'accontone" Imu. Lo scorso anno l'acconto di giugno, mediamente, e' stato di 70 euro, a settembre altri 70 euro per la seconda rata e a dicembre il saldo e' stato di 85 euro. Nel 2013 potremmo dover pagare un acconto a settembre di 148 euro e un saldo a dicembre di 77 euro. Sarebbe un rientro amaro dalle ferie estive per gli italiani - afferma il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy - che potrebbe costare 240 euro medi a famiglia". Anche se il processo di attuazione del federalismo fiscale sembra essere rimasto al "palo", prosegue Loy, "continua, ad oggi, il trend di aumenti della pressione fiscale, dovuta alle imposte e tasse locali". Nel 2012, tra Imu prima casa, Tia/Tarsu e Addizionali Comunali Irepf una famiglia media composta da due lavoratori dipendenti ha pagato 734 euro medi, con punte di 1.262 euro a Roma, 1.058 euro a Torino e 1.037 euro a Napoli. In particolare, spiega Loy, "per l'Imu sulla prima casa mediamente si e' pagato 225 euro, con punte di 537 euro a Roma, 475 euro a Torino e 379 euro a Napoli".
Stessa cifra (225 euro), per la Tia/Tarsu, con punte di 428 euro a Napoli, 325 euro a Venezia e 311 euro a Roma. Mentre l'Addizionale Comunale Irpef ha pesato mediamente 284 euro (piu' dell'Imu e Tia/Tarsu), con punte di 414 euro a Roma, 368 euro a Torino, Genova , Bari e Palermo. I calcoli sono stati effettuati dall'Osservatorio Uil sulla fiscalita' locale, su un campione di una famiglia composta da due lavoratori dipendenti con un reddito medio imponibile di 23 mila euro cadauno (imponibile medio fiscale per contribuente), una casa di proprieta' di 80 mq. e con due figli, tenendo conto delle esenzioni, agevolazioni, deliberate dai Comuni per ogni singola imposta. Il gettito complessivo tra Imu (prima casa ed altri immobili), Tia/Tarsu e Addizionali Irpef ha fruttato a Stato ed enti locali 35,1 miliardi di euro (23,7 miliardi di Imu, 7,5 miliardi per il servizio rifiuti e 3,9 miliardi di euro per le Addizionali Irpef).
E il 2013 sara' un anno di ulteriori sacrifici per le famiglie di pensionati e lavoratori dipendenti in quanto, indipendentemente dalla "questione Imu", con la Tares sono previsti aumenti medi sulle abitazioni pari al 35,5%, con un esborso medio che passera' dagli attuali 225 euro medi a 305 euro medi, mentre il gettito complessivo passera' dai 7,5 miliardi di euro del 2012 ai 9,4 miliardi di quest'anno (piu' 1,9 miliardi di euro). Anche sul versante delle Addizionali Irpef non c'e' da stare tranquilli, dopo gli aumenti dello scorso anno (É+16,4%), altri aumenti sono all'orizzonte per il 2013: 1 Comune su 3 ha gia' aumentato le aliquote per quest'anno. Su 377 Comuni che hanno pubblicato le aliquote per quest'anno, infatti,127 di essi hanno rivisto al rialzo le aliquote, mentre il restante ha confermato quelle dello scorso anno, tanto che - ricorda Loy - per questa imposta la Uil stima, per la famiglia presa a campione, aumenti medi di 42 euro. Infine il capitolo Imu: in attesa delle decisioni del Governo e' iniziata la corsa all'aumento delle aliquote da parte dei Comuni. Ad oggi su 26 Citta' capoluogo, il 26,9% di esse (7 Citta') ha aumentato l'aliquota della prima casa (Bologna, Napoli, Frosinone, Benevento, Verona, Asti, Lucca), mentre soltanto tre Citta' (Cagliari, Brescia e Pavia) l'hanno diminuita; le altre Citta' hanno confermato le aliquote (peraltro gia' aumentate), dello scorso anno. Sulle seconde case 1 Citta' su 3 (9 capoluoghi) ha rivisto al rialzo le aliquote (Aosta, Asti, Benevento, Cagliari, Ferrara, La Spezia, Pavia, Salerno, Treviso).