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Economia
Roncucci (Asstra), trasporto pubblico avanti tutta sulla via dello sviluppo.

Per la prima volta c’è la percezione che il mondo della politica, dell’industria e dell’opinione pubblica guardino con occhi diversi al trasporto pubblico locale, riconoscendo a questo sistema il ruolo centrale che riveste per lo sviluppo economico e la qualità della vita a livello locale e nazionale. Se, dunque, il sistema di mobilità è il primo biglietto da visita di un Paese, occorre però che funzioni e che dia certezze di spostamento ai cittadini. A costi equi. Oggi le aziende sono in affanno e a stento riescono a garantire un minimo di servizio, i cittadini e le città pagano un prezzo alto. Sia in termini di costi del biglietto che di inquinamento. Eppure un recente studio di Asstra, Intesa Sanpaolo e Ifel conferma un settore potenzialmente attrattivo sia sotto il profilo concorrenziale che quello degli investimenti. Occorre dunque una svolta. Ne parliamo con Massimo Roncucci, presidente di Asstra, l’associazione nazionale che raggruppa le aziende pubbliche su gomma e su ferro del Paese.

Qual è la fotografia del trasporto pubblico locale oggi? “Siamo convinti che un buon sistema di trasporto sia la risposta strutturale per risolvere alcuni nodi cruciali per la sostenibilità delle aree urbane e per assicurare al Paese un volano indispensabile allo sviluppo economico. Non vi è dubbio che negli ultimi tempi ci sia stato un cambio di passo delle politiche nazionali di settore, sia come risorse per il rinnovo del parco autobus, sia come finanziamenti dei servizi e investimenti nelle infrastrutture. Ma il gap con l’utilizzo dell’auto privata resta. E non è poco. Lo dicono i dati. Dal 1960 ad oggi il parco autoveicoli in Italia è cresciuto di oltre sedici volte, mentre il tasso di motorizzazione è passato da 50 autoveicoli per mille abitanti nel 1961 ai 610 del 2012. Uno dei valori più alti d’Europa”. Che cosa vi aspettate dunque dal nuovo governo? “Che il Parlamento ed il governo facciano scelte importanti e coraggiose in tal senso, senza fare marcia indietro rispetto alla linea di investimenti  intrapresa da poco per dare all’Italia un sistema di mobilità all’altezza di una grande nazione. Come Asstra, non manche remo all’appello per contribuire a questo scopo, assicurando alle istituzioni che dovranno decidere le politiche da adottare per i prossimi anni tutto il nostro know how come associazione che conosce profondamente il settore. Nel frattempo è importante sottolineare quanto di positivo è ancora all’orizzonte”.

A che cosa si riferisce? “Mi riferisco ai costi standard e all’intesa Stato/Regioni del 22 febbraio scorso sul relativo decreto che costituisce l’anticamera per il varo definitivo di questo strumento arrivato finalmente in porto dopo quattro anni di intenso lavoro. Uno strumento per il quale l’Asstra si è impegnata a fondo mettendo per prima sul tavolo delle istituzioni la richiesta di introdurre uno strumento di misurazione oggettiva per valutare e tradurre in compenso equo i servizi di trasporto pubblico, sia quelli da mettere a gara che quelli dati in affidamento diretto. Essenziale in questi anni è stato l’apporto dato dall’esperienza sul campo delle nostre aziende che ha assicurato un contributo concreto per la determinazione di algoritmi di calcolo corrispondenti alle diverse tipologie di servizio”.

Si spieghi meglio. “Una cosa è assicurare autobus e treni nelle aree di montagna a bassa domanda, altro è il servizio nelle aree urbane ad alta frequentazione. L’efficacia dello strumento sta tuttavia tutta nella sua effettiva operosità. Molto dipenderà da come verranno utilizzati sul campo i costi standard. Ma almeno lo strumento per calcolare il giusto prezzo dei servizi di trasporto ora c’è”.

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