Economia
Safilo vende di meno e in Borsa va giù. Quei rumors sul portafoglio marchi...

Il gruppo dell'occhialeria controllato dagli olandesi di Hal brucia in Borsa la rimonta di gennaio
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Safilo cade a Piazza Affari all'indomani della diffusione dei dati sulle vendite preliminari e, in due sedute, vanifica il recupero messo a segno a gennaio tornando ai livelli di fine 2017. Le azioni del gruppo dell'occhialeria leader mondiale dietro al colosso Luxottica-Essilor, che lunedì erano state infiammate dalla speculazione su operazioni di aggregazione in vista o su un possibile riassetto azionario da parte del socio di controllo Hal (il fondo olandese ha il 41% del capitale), arretrano del 6,63% a 4,715 euro.
Ieri sera il gruppo con sede a Padova guidato da Luisa Delgado (nella foto in alto) aveva annunciato vendite totali 2017 per 1,047 miliardi di euro, in contrazione di 194 milioni di euro a cambi costanti rispetto all'esercizio 2016 (-16,4%). Un anno difficile per Safilo quello che siè appena concluso, in cui l'azienda nordestina ha dovuto affrontare la rivoluzione in atto nel settore dell’occhialeria, con il gigante del lusso Lvmh che ha affidato la licenza del marchio Celine, sottraendola a Safilo, al concorrente Marcolin, di cui ha acquisito una quota del capitale.

Il calo è stato spiegato dall'azienda che capitalizza circa 300 milioni di euro con la fase di transizione della licenza Gucci (che il gruppo Kearing ha riportato in casa per quanto riguarda la linea eyewear affidandola proprio all'ex Safilo Roberto Vedovotto) a contratto di fornitura e con l'implementazione del nuovo sistema informativo per la gestione di ordini e magazzino.
Il rallentamento delle vendite influenzerà anche gli altri numeri finanziari del quarto trimestre portando l'azienda a stimare un margine operativo lordo rettificato tra 38 e 40 milioni nell'intero 2017.
"I risultati sono molto deboli, sia come vendite che come redditività - hanno fatto notare gli analisti di Equita - sono urgenti a nostro avviso misure straordinarie sui costi per adeguarle a un portafoglio brand meno attraente (anche in prospettiva dell'uscita di altri brand di Lvmh)".
Sebbene l'azienda abbia smentito e altri marchi come Chanel potrebbero arrivare in dote a seguito della fusione fra Luxottica ed Essilor e rimpiazzare Dior, secondo le indiscrezioni che circolano sul mercato sono in bilico le licenze Dior, Givenchy e Fendi che, in particolare la prima, costituiscono una voce rilevante dei ricavi.