La Francia si ferma. In rivolta notai, farmacisti e veterinari
La riforma delle "professioni liberali" non piace ai professionisti francesi, che oggi incrociano le braccia. O meglio, mettono da parte toghe e camici. Tutti. Notai, avvocati, farmacisti, ma anche medici e veterinari. Sono considerati i "privilegiati" di Francia e additati come responsabili della perdita di potere d'acquisto dei loro concittadini. Ma a loro questo non va giù.
Trentasette "professioni liberali" sono nel mirino del governo, che vuole rimettere mano alle tariffe, per abbassarle, aprire alla concorrenza per rompere i monopoli e chiudere l'epoca dei "numeri chiusi" per evitare che una professione diventi appannaggio di pochi operatori o addirittura eredità familiare.
Oggi è così stata convocata dal sindacato, l‘Union nationale des professions libérales (Unapl), la "prima giornata senza professioni liberali". Tutto chiuso, farmacie e uffici notarili, con i medici coinvolti che si occuperanno solo di urgenze. Proteste e manifestazioni sono previste da Nord a Sud per oggi e altri scioperi saranno organizzati se il sindacato non sarà ricevuto a breve da Emmanuel Macron.