Economia
Sciopero, Salvini precetta e i sindacati insistono: siamo all'eversione

Mai successo nella storia che un ministro precettasse per uno sciopero confederale e mai successo che i sindacati manifestassero la volontà di violare la legge
Salvini precetta e i sindacati insistono: siamo all’eversione. Strasburgo val bene uno sciopero
"Possono precettare finché gli pare, noi non ci fermiamo fino a quando non abbiamo ottenuto dei risultati. Così Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ad Agorà Rai Tre. E poi ancora: "Lo sciopero generale è confermato per otto ore. Il ministro Salvini è intervenuto riducendo da otto a quattro ore soltanto per il settore dei trasporti pubblici. Valuteremo con Landini quale sarà il nostro comportamento", afferma invece il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri a Rtl 102.5.
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Mai successo nella storia repubblicana che un ministro precettasse per uno sciopero confederale e mai successo che i sindacati manifestassero la volontà di violare la legge. Siamo all’eversione. La mossa di Salvini era stata ampiamente preannunciata ma si vede che il leader maximo Landini o non ci credeva oppure è in cerca di un po’ di visibilità per candidarsi alle prossime europee con il Pd per spiccare il volo verso Strasburgo. Ottimo stipendio ed ostriche della Bretagna sono un piacevole viatico alla lotta politica. La Uil conta poco ed è solo uno strascico della Cgil. Dal punto di vista legislativo i lavoratori sono naturalmente tenuti a rispettare la legge e se non lo faranno ne incorreranno nei rigori.
Matteo Salvini è stato molto chiaro su questo punto: "In caso di violazione, scatteranno le sanzioni previste dalla legge. Chi blocca l’Italia paga" e poi fa anche una considerazione politica: “Quello di venerdì è uno sciopero Pd-Cgil”. Cgil-Uil avevano già risposto “no” al Garante e ai Ministro dei Trasporti di ridurre da 8 a 4 ore lo sciopero che riguarderà il trasporto pubblico locale, il trasporto ferroviario, il pubblico impiego, le poste e i lavoratori dell’ambiente.
Tecnicamente il Mit avrà tempo fino alle 24 di oggi per emettere un’ordinanza, cioè 48 ore prima dell’inizio. La precettazione può essere impugnata dai sindacati al Tar ma non ne riduce l’efficacia. Ma al di là dei tecnicismi quello che conta è il significato politico e cioè che per la prima volta c’è un governo che fa valere le sue ragioni –che sono quelle dei cittadini- rispetto allo strapotere sindacale che ha messo in ginocchio l’Italia e spesso per i suoi fini non per quelli dei lavoratori.
Ad esempio della Cgil e della Uil si persero prontamente le tracce radar quando il Pd di Renzi abolì clamorosamente l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, un baluardo della lotta sindacale ed una figura meschina per la sinistra.
Tra Cgil e Pd c’è sempre stata del resto una corrispondenza di amorosi sensi. Giuseppe Di Vittorio, tanto per fare un esempio, nel 1945 fu eletto segretario generale della Cgil e nel 1946 fu eletto Deputato all’Assemblea Costituente con il PCI nell’ottica del principio dei vasi comunicanti. Oltretutto i sindacati in Italia sono fuori legge e tutti lo sanno ma nessuno fa niente. Infatti in Costituzione è previsto che pubblichino i bilanci proprio per evitare pericolose suggestioni e commistioni di cui i padri costituenti erano ben consci. Ebbene, in tanti anni, i famosi bilanci sindacali non sono mai stati pubblicati, gelosamente custoditi in qualche polveroso cassetto al riparo dagli occhi indiscreti.
E poi c’è la presa per i fondelli del venerdì. Questi scioperi telepilotati includono sempre un giorno di ponte, in genere il venerdì ma anche il lunedì quando lorsignori decidono di andare al mare o in montagna per farsi il week end lungo, alla faccia dei cittadini che lavorano.
E poi il diritto di sciopero, come disse Di Vittorio alla Costituente, è un meccanismo fine e delicato e non se ne deve abusare se no se ne perde l’efficacia. Basta ricordare il caso dei referendum proposti a ritmo continuo dai radicali che non facevano neppure più notizia.