Rcs, perdita netta di 125,4 milioni. L'estate calda del pattìno

I conti di Rcs migliorano, ma la strada verso il risanamento è ancora lunga. E dipenderà anche dalle sorti del Patto di sindacato. Il gruppo ha chiuso i primi sei mesi dell'anno, con una perdita netta di 125,4 milioni, contro un rosso di 427 milioni nello stesso periodo dello scorso anno.
I ricavi netti consolidati si attestano a 647,9 milioni di euro rispetto ai 756,3 milioni nel primo semestre 2012 (-14,3%): la variazione di 108,4 milioni di euro è attribuibile al calo dei ricavi pubblicitari e dei ricavi diffusionali, significativamente influenzati dagli andamenti dei mercati di riferimento. L'Ebitda post oneri e proventi non ricorrenti passa dai -28,9 milioni di euro del primo semestre 2012 a -104,9 milioni. La posizione finanziaria netta (negativa per 956,7 milioni di euro) proformata a seguito dell'effetto finanziario determinato dall'operazione di aumento di capitale si riduce a circa 560 milioni di euro.
Rcs conferma i target del piano industriale 2013-2015, anche se i ricavi del primo semestre dell'anno sono leggermente al di sotto delle previsioni, mentre il cda ha deciso di proseguire nelle trattative relative al processo di vendita dell'immobile di Via San Marco. Nell'ambito delle iniziative di efficientamento - informa una nota - vi sono stati benefici complessivi per 35,7 milioni, superiori di 2 milioni a quanto prefissato. I ricavi di gruppo evidenziano una flessione dell'1,5% sulle previsioni di piano, con un -1% della raccolta pubblicitaria.
Rcs Mediagroup dichiara di aver superato le "rilevanti" incertezze sulla continuità aziendale, grazie all'aumento di capitale da 409,9 milioni di euro. Ma la dote con la quale Pietro Scott Jovane dovrà rilanciare il gruppo è assai più magra. Al netto dei soldi che andranno alle banche (azioniste e creditrici), in cassa resteranno 245 milioni. Da questa base partira la nuova Rcs. Che ancora non ha chiarito il futuro del Patto di sindacato. Fiat mira a raccogliere intorno a sè un Patto più leggero, intorno al 41% del capitale (contro il 60% dell'attuale assetto). Cairo è ancora un mistero. Mediobanca e Unipol si sono già sfilate. Della Valle, contrario a ogni tipo di Patto, per ora ha parlato molto e rastrellato poco o nulla. Ma potrà contare sulla liquidità incassata dalla cessione di Saks (326 milioni).
I grandi soci hanno prorogato dal 14 settembre al 31 di ottobre il termine per presentare eventuali disdette dal patto. Il compito di tentare una mediazione spetterà a Piergaetano Marchetti, ex presidente del gruppo editoriale e oggi consigliere. Sarà lui ad avviare le consultazioni tra gli attuali pattisti. Proseguono quindi in ordine sparso i dialoghi tra membri del patto e grandi soci esterni. Tutto, ha spiegato Elkan (che ha garantito la poltrona del direttore Ferruccio de Bortoli), "per garantire stabilità".