E-cig e tabacco: tutti contro tutti. In fumo milioni di tasse
Nuoce gravemente alle casse dello Stato. Nella controversia tra sigarette e e-cig, il governo Letta pare aver scontentato tutti. Giovanni Risso, presidente nazionale Fit, Federazione Italiana Tabaccai, denuncia la crisi del settore. Colpa delle ristrettezze economiche che spingono ad abbandonare i vizi. Ma anche della concorrenza delle sigarette elettroniche. Il risultato? Nel 2013 lo Stato avrebbe perso 730 milioni in mancate imposte sulla vendita del tabacco.
Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anche i produttori di e-cig attaccano. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni avrebbe lasciato un'eredità pesante: una tassazione del 58,5% su sigarette e componenti. Un provvedimento approvato in tempo stretti che potrebbe troncare lo slancio del settore. Incoraggiati dal successo dei prodotti, diversi imprenditori hanno investito. Come Stefano Pozzi, ad di New Smoke Network, un'azienda da 300 negozi. "Quella imposta dal governo è un'accisa mascherata", afferma Pozzi. "A questo punto non ci resta che attendere il nuovo pronunciamento del TAR previsto per il 2 aprile". Se anche il tribunale amministrativo darà il suo via libera, il settore sarebbe in ginocchi. E a farne le spese, continua Pozzi, sarebbe anche lo Stato: "I negozi chiuderanno in massa e lo Statto non incasserà mai i 250 milioni di euro di tasse stimati da questa manovra”. Milioni in fumo.
BIRRA, E-CIG, CAFFE': CLICCA E GUARDA TUTTI I RINCARI DEL GOVERNO LETTA