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Economia
Stati generali, Bonomi attacca sui ritardi di Cig-liquidità e sulle accise

Bonomi continua a non far sconti al Governo Conte. Ritardi su liquidità e Cig, pagamenti alle imprese del welfare state anticipato, restituzione delle accise e Iva, ritardi di cui, eccetto le carenze strutturali degli ultimi 20 anni su cui l'esecutivo "non è chiamato a rispondere", il premier ha fato "ammenda". Dopo le critiche sulla mancata presentazione di un cronoprogramma degno di una fase Tre, il numero uno di Confindustria è andato ancora in pressing sull’esecutivo non abbandonando i toni battaglieri di queste settimane, ma sedendo faccia a faccia con il premier agli Stati Generali di Villa Pamphili dove oggi è stata audita Viale dell’Astronomia. 

 "L'impegno contro una nuova dolorosa recessione può avere successo solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni. Ora si onorino i contratti/debiti verso le imprese”, sono stati i tweet partiti dal profilo del presidente della Confindustria mentre Bonomi, accompagnato dalla direttrice generale della confederazione Marcella Panucci, era al tavolo con il premier Conte e i suoi ministri. Un appuntamento a cui, come anticitato ier da Affaritaliani.it, il presidente della Confindustria ha consegnato all’esecutivo il volume preparato dagli economisti della Luiss e da cui Viale dell’Astronomia partirà per l’elaborazione del suo piano concreto per la ripartenza, "Italia 2030: proposte per lo sviluppo”.

I primi debiti da saldare sono quelli della cassa integrazione che “è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori quattro settimane. Gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno liquidità. Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee”, è stata la stoccata di Bonomi. 

Poi, il presidente di Confindustria nel suo confronto con il governo ha quindi chiesto ufficialmente la restituzione di 3,4 miliardi di accise pagate dalle aziende. "Chiedo immediato rispetto per la sentenza della magistratura che impone restituzione di 3,4 miliardi di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione".

La richiesta di Confindustria ("C'è un contenzioso, i nostri uffici ci lavoreranno. E' una questione che andrà risolta", ha replicato Conte) si riferisce all'addizionale provinciale sull'energia elettrica, abrogata nel 2012, e rispetto alla quale una recente sentenza della Corte di Cassazione ha sancito che le aziende che l'hanno versata hanno diritto alla restituzione delle somme. In ballo c'è quindi quanto versato prima della decorrenza della prescrizione decennale, dieci anni, vale a dire gli importi pagati nel 2010 e nel 2011.

"Confindustria non crede in uno Stato cattivo contrapposto al privato buono - ha poi precisato Bonomi - Ciò che chiediamo è una democrazia moderna con istituzioni efficienti e funzionanti, cioe' con una P.A. 'buona', come gia' indicato e chiesto dal governatore di Bankitalia". 

"Sul fisco - ha concluso Bonomi - non possiamo operare restando in attesa per oltre 60 mesi in media della regolazione da parte dello Stato dei crediti Iva alle imprese, quando nei Paesi concorrenti europei avviene in meno di 6 mesi". 

Più accomodante, invece, la risposta di Giuseppe Conte nel suo intervento alla sessione pomeridiana dedicata al confronto con le organizzazioni imprenditoriali. "Qualcuno crede che questo Governo abbia un pregiudizio nei confronti della libera iniziativa economica. Voglio precisarlo molto chiaramente: le misure che abbiamo elaborato e inserito nei nostri provvedimenti sono dedicate al sostegno delle imprese. Da parte di questo Governo c'e' una costante attenzione per il sostegno alle imprese". 

 "Per noi - ha rimarcato Conte - l'impresa è un pilastro della nostra società. Nessun pregiudizio da parte del governo, possiamo avere diversita' di opinioni e valutazioni, ci sta, ma qui non c'e' nessun pregiudizio ideologico. Preservare l'impresa e metterla in condizione di poter affrontare vigorosamente e in modo resiliente uno shock come questo è una priorità del nostro Paese, altrimenti non andiamo da nessuna parte".

"Il quadro macroeconomico che abbiamo di fronte si presenta molto complesso. Ne eravamo consapevoli, lo abbiamo capito subito tutti che questa emergenza avrebbe portato con se' alti costi, oltre che umani, economici e sociali. Da un confronto con le maggiori autorità economiche nazionali, come Bankitalia, con le autorità europee e internazionali abbiamo convenuto sul fatto che l'incertezza che si è scatenata non verrà sciolta nel giro di qualche mese", è stata poi la descrizione di Conte del quadro macro al mondo imprenditoriale. 

"Nei prossimi giorni - ha spiegato ancora Conte indicando una road map - vi preghiamo di farci pervenire delle osservazioni specifiche. Se volete, al di la' degli appunti che ci farete pervenire, possiamo anche ritrovarci in presenza. Detto cio', finito questo ciclo di incontri, inizieremo subito a lavorare con celerita': gia' dalla prossima settimana inizieremo a ricavare la versione finale. Ecco perche' vi chiedo di farci arrivare subito le vostre osservazioni. Una volta ricavata la versione finale e messo a punto il rilancio dell'azione del Governo, noi andremo a declinare delle priorita', a dare una prospettiva diacronica a quei progetti: dopodiche' ricaveremo quello che sara' il piu' circoscritto Recovery Plan italiano".

"Quello, cioè - ha aggiunto Conte - su cui chiederemo i finanziamenti all'Europa e che presenteremo a settembre. Quella data non e' lontana, anche perche' un progetto europeo che deve valutare bene la nostra capacita' di spesa va articolato per bene sia sul piano cronologico che sul piano dell'impatto finanziario. Non possiamo presentare un documento buttato li' solo per avere dei fondi molto prospicui: occorre presentare un progetto concreto per il nostro Paese. Con il quale noi stessi dovremo misurarci con dignità ed orgoglio". 

"E in questo progetto che avete davanti voi troverete anche una misura che il dottor Bonomi" rivolgendosi al numero uno di Confindustria, "ci voleva 'rubare': qui c'e' il piano di transizione 4.0 ma c'e' anche il nuovo piano di transizione impresa 4.0 plus, dedicato a chi vorra' volgere le sue attenzioni e innovare in modo ancora piu' spiccato, abbracciando le nuove tecnologie digitali ancor piu' sofisticate, l'intelligenza artificiale, il blockchain, una transizione green ancora piu' spinta". 

"Se ritarderemo le risposte - ha concluso - potremo certificare il fallimento del Mercato unico, dei pilastri dell'Ue. Saltera' tutto, il Mercato Unico, il trattato di Schengen, salterà la protezione de benessere dei cittadini europei, delle imprese, delle famiglie. Perche' e' evidente che se non si interviene uno shock sinergico coinvolgerà tutti. Ma chiaramente all'esito di queste macerie avremo dei Paesi che avranno dimostrato una maggiore resilienza, sono forti dello spazio fiscale che non tutti hanno e a quel punto la frammentazione del mercato unico sarà così evidente che l'idea di Europa non la recupereremo più. Per fortuna, non abbiamo declamato nel deserto. Da subito - ha ricordato Conte - ci hanno affiancato altri otto Stati e con loro abbiamo combattuto questa battaglia".

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