Tfr, Elsa Fornero ad Affaritaliani.it: rischio flop come gli 80 euro
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Il Tfr in busta paga? Attenzione perché, non essendo una misura urgente, serve studiarla molto bene per evitare che in ultima battuta non ci siano effetti sulla domanda interna oppure che ce ne siano altri negativi su altri fronti". L'ex ministro del Welfare del governo Monti Elsa Fornero valuta con Affaritaliani.it gli effetti del piano del governo di distribuire la liquidazione ai lavoratori dipendenti. "La distribuzione dev'essere volontaria e in via sperimentale, ma si è scelto uno strumento problematico per aumentare i consumi", dice. Il motivo? "Non è detto che la gente spenda questi soldi in una situazione d'incertezza come questa e pone un problema di finanziamento della previdenza integrativa". E avverte: "Può anche indebolire la sostenibilità economica e politica delle riforme pensionistiche fatte".
L'INTERVISTA
Come valuta il piano del governo di voler distribuire nel 2015 in busta paga il Tfr ai lavoratori dipendenti?
"Per il momento è ancora un'idea. Mi sembra molto sensato quello che ha appena affermato il commissario straordinario dell'Inps Tiziano Treu".
E cioè?
"Treu ha detto che serve prudenza e che si vuole introdurre la misura, questa dev'essere via volontaria e sperimentale. Lo Stato deve mettersi d'accordo con se stesso".
Perché?
"Non si può un giorno dire che bisogna promuovere la previdenza integrativa e poi dire invece che le persone dovrebbero spendere nel presente le risorse che devono alimentare la stessa previdenza. Capisco che chi si occupa dell'economia del Paese ritiene che la recessione sia una sfida durissima e che sia necessario, quindi, cercare di aumentare i consumi delle famiglie. Ma lo strumento che si è scelto di utilizzare appare alquanto problematico: così procedendo, si pone infatti un problema di finanziamento della previdenza integrativa. E non solo".
A cosa si riferisce?
"Dalle reazioni, e questo è sempre stato, mi sembra che i lavoratori italiani siano sempre stati molto affezionati al loro Tfr, di cui comprendono bene il significato. Non è che se gli si mette più soldi in tasca, sono più contenti. In realtà, il motivo principale per cui le persone non spendono è che non hanno redditi o, se li hanno, sono molto incerti. In queste condizioni, il fatto di avere un'entrata spostata, aumenta semplicemente l'incertezza sul domani anziché migliorare in modo stabile e duraturo le prospettive del presente. In definitiva, sono convinta che le cose non vadano mai demonizzate".