Economia
Tim, Genish pronto a lasciare. Addio se vince il fondo Elliott

Battaglia all'assemblea del 4 maggio
Amos Genish, ceo di Telecom Italia, sarebbe pronto a lasciare nel caso in cui il fondo Usa Elliott vinca la battaglia contro il maggiore azionista Vivendi sul controllo del cda all'assemblea del 4 maggio. "Sono l'ad di Tim e sto dalla parte di Tim", dice Genish a colloquio con il 'Sunday Telegraph' e "la mia posizione come amministratore delegato non sarebbe sostenibile" se "la lista di Vivendi non ricevesse la maggioranza dei voti" ed Elliott avesse quindi la meglio nella lotta per il potere che si sta disputando all'interno della compagnia. Genish tiene a precisare che "il problema" non e' da che parte stare ma se avra' o meno "gli azionisti e un cda che supportano il piano industriale". Visto che il fondo Usa ha proposto comunque a Genish di restare, suggerendo pero' di apportare delle modifiche al suo piano industriale a lungo termine.
"Non vedo come un amministratore delegato possa attuare un piano in cui non crede", ha spiegato Genish al domenicale britannico. E ha argomentato: "Se la lista di Vivendi non ottiene la maggioranza dei voti e dato che questa e' chiaramente l'unica lista a sostegno del nostro piano industriale a lungo termine, credo fermamente che la mia posizione di ceo non sarebbe sostenibile". Per Genish, la nuova lista del maggiore azionista Vivendi (che comprende oltre allo stesso Genish Arnaud de Puyfontaine, Franco Bernabe', Marella Moretti, Frederic Crepin, Michele Valensise, Giuseppina Capaldo, Anna Jones, Camilla Antonini e Stephane Roussel) intende "continuare il lavoro svolto negli ultimi mesi a Telecom Italia", lavoro che "ha gia' iniziato a dare i suoi frutti". La lista di Elliott e' composta da candidati provenienti dal mondo imprenditoriale italiano (Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Paola Giannotti de Ponti, Luigi Gubitosi, Paola Bonomo, Maria Elena Cappello, Lucia Morselli, Dante Roscini, Rocco Sabelli) che, ha dichiarato il fondo Usa nei giorni scorsi, hanno "una caratteristica fondamentale: l'indipendenza". Elliott ha anche denunciato la "cattiva gestione" di Vivendi, che agirebbe "solo nei propri interessi".