Economia
Nvidia mette a segno un altro colpo e sorprende i mercati: risultati record nel terzo trimestre e bolla IA (per ora) scongiurata
Il colosso dei chip vola in Borsa grazie a ricavi e utili oltre le attese, rassicurando il settore tecnologico globale mentre aumentano le tensioni su tassi e investimenti internazionali

Trimestrale sopra le attese, Nvidia esorcizza la bolla IA
Nvidia mette a segno un’altra trimestrale da record e spinge al rialzo Wall Street, dissipando, almeno temporaneamente, i timori di una possibile bolla nel settore dell’intelligenza artificiale che negli ultimi mesi aveva agitato le Borse mondiali. Nel trimestre chiuso a ottobre, il gruppo di Santa Clara ha registrato un fatturato di 57 miliardi di dollari, mentre l’utile netto è cresciuto del 65% su base annua, raggiungendo i 31,91 miliardi di dollari (1,30 dollari per azione). I risultati, superiori alle stime degli analisti, hanno fatto salire il titolo di quasi il 3% nelle contrattazioni after-hours.
Leader assoluto dei chip e prima società al mondo per capitalizzazione, avendo toccato lo scorso mese quota 5.000 miliardi di dollari, Nvidia ha spiegato che la performance è stata sostenuta dalla domanda sempre più robusta di infrastrutture per l’AI, come sottolineato dal ceo Jensen Huang. Proprio per il ruolo centrale dell’azienda nella spesa globale dedicata all’intelligenza artificiale, gli investitori attendevano i numeri con grande apprensione: dopo trimestri di crescita esplosiva, molti temevano un rallentamento, anche alla luce del recente monito del ceo di Alphabet, Sundar Pichai, secondo cui nessuno sarebbe immune da un eventuale scoppio della “bolla” dell’IA.
La trimestrale positiva offre quindi un sollievo generale al comparto tecnologico internazionale e, più in generale, ai mercati azionari. Un segnale incoraggiante anche per il presidente Donald Trump, che vede nel settore tecnologico e nell’intelligenza artificiale uno dei motori del rilancio economico americano. A sostegno di questa visione arrivano anche i maxi investimenti promessi dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, accolto alla Casa Bianca con tutti gli onori: Mbs ha confermato l’impegno a investire 1.000 miliardi di dollari in aziende statunitensi, focalizzati sulla trasformazione dell’Arabia Saudita in un hub dei dati e dell’AI, come definito negli accordi firmati al forum Usa-Arabia Saudita, alla presenza di Jensen Huang ed Elon Musk.
Resta però l’incognita della Federal Reserve: secondo i verbali dell’ultima riunione, molti funzionari sono contrari a un ulteriore taglio dei tassi già a dicembre, una decisione che rischierebbe di scontrarsi con il desiderio del presidente di rendere più conveniente il costo del denaro.
