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Economia
Trump accende il rally natalizio, ma in Borsa restano le nubi sul 2019
LaPresse

L’incontro tra il Presidente statunitense, Donald Trump, e quello cinese, Xi Jinping, a margine del G20 a Buenos Aires si è concluso cono un esito migliore delle attese, evitando un’escalation della guerra commerciale tra i due paesi già a inizio 2019 e giustifica ampiamente il rimbalzo attorno al 2% o più visto già stamane sulle borse asiatiche e poi in giornata in tutta Europa.

“Tuttavia - nota Keith Wade, capo economista e strategist di Schroders” - continuiamo a nutrire scetticismo nei confronti delle prospettive di un accordo di lungo termine su questioni quali i diritti sulla proprietà intellettuale, e ci aspettiamo che più avanti nel 2019 le ostilità riprendano”. Wade non è il solo a essere positivo a breve termine ma più cauto riguardo le prospettive dei mercati nei prossimi mesi.

Se il “cessate il fuoco” tra Usa e Cina riduce l’impatto immediato dei dazi più elevati del 2019 sull’inflazione, “il che a sua volta potrebbe aiutare la Federal Reserve a mettere in pausa i tassi”, mentre le aziende trarranno sollievo dal fatto di non dover affrontare un’ulteriore escalation nei costi alle importazioni, la domanda che gli investitori si pongono ora è: “quanto può durare la tregua?” Così anche Vincenzo Longo, strategist di IG Markets, contattato da Affaritaliani conferma: “Il mood dei mercati è molto positivo, nel breve il pessimismo che aveva dominato i listini sino a lunedì scorso è alle spalle e i mercati, anche quello italiano, possono sfogarsi”.

Piazza Affari, poi, beneficia del restringimento dello spread legato alle attese “di un riavvicinamento tra Italia e Commissione Ue che consenta di evitare l’avvio della procedura per infrazione”, fino alla scorsa settimana data quasi per scontata ma che un compromesso sulla manovra di bilancio 2019, in particolare sul defiti/Pil per l’anno venturo, potrebbe evitare.

Ciò detto, nota Longo, restano almeno due questioni irrisolte: “Resta molto scetticismo in merito alle stime sulla crescita del Pil italiano, anche alla luce degli ultimi deludenti dati macro come l’indice Pmi manifatturiero di Markit”, apparso in calo per il quinto mese consecutivo e quel che è peggio per il secondo mese consecutivo anche sotto quota 50 (che separa le fasi di espansione da quelle di contrazione dell’attività), a conferma del rallentamento già in atto.

Così mentre nell’immediato il migliorato clima dei mercati azionari si coniuga a diffuse ricoperture sul mercato dei titoli di stato italiani, favorendo ulteriormente alcuni titoli e settori come quelli bancari e assicurativi, a medio termine i segnali di distensione tra Usa e Cina “dovranno coniugarsi con un’economia in crescita, con una politica della Federal Reserve più distesa sui tassi e col superamento positivo del voto sull’accordo tra il governo May e la Ue sulle modalità di uscita della Gran Bretagna dall’Unione il prossimo anno”.

Quest’ultimo tema, in particolare, visto che il voto si terrà l’11 dicembre, appare centrale per il proseguimento del rimbalzo fino a Natale: “Quello odierno - sottolinea Longo - può essere definito il segnale primordiale del rally natalizio, oggi più probabile di una settimana fa anche grazie alle ricoperture sui governativi italiani” e alle attese di un taglio della produzione petrolifera dell’Opec (e della Russia) che potrebbe arrivare già nelle prossime ore e che sta contribuendo ad estendere il recupero dei titoli petroliferi.

Ma proprio la quantità e qualità della crescita, l’andamento altamente imprevedibile dei prezzi del petrolio e quindi dell’inflazione, a sua volta elemento cruciale per l’azione delle banche centrali sui tassi, rende quanto meno azzardato indicare ora se il rimbalzo potrà trasformarsi in una ripresa strutturale del trend di crescita dei mercati o se si dovranno affrontare prima ulteriori correzioni. Siamo a fine anno e poter migliorare i numeri da mostrare nei bilanci e negli estratti conto da inviare ai clienti a inizio gennaio fa piacere a tutti, ma quasi nessuno è disposto, a Piazza Affari e non solo, a mettere la mano sul fuoco che anche nel 2019 saranno solo rose e fiori.

Luca Spoldi

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