Dazi, Trump se la prende anche con Apple: "Basta India, gli iPhone vanno fatti in America". Ma Cupertino ha già scelto da che parte stare - Affaritaliani.it

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Dazi, Trump se la prende anche con Apple: "Basta India, gli iPhone vanno fatti in America". Ma Cupertino ha già scelto da che parte stare

Apple ha già prodotto in India un quinto dei suoi iPhone nel corso degli ultimi dodici mesi, per un valore di 22 miliardi di dollari

di redazione economia

Trump dice basta alla produzione Apple in India

Donald Trump torna a picchiare duro sulla politica industriale americana, puntando il dito contro Apple e il suo crescente spostamento produttivo verso l’India. Da Doha, durante un incontro con alcuni grandi imprenditori del Golfo, l’ex presidente ha dichiarato senza mezzi termini di aver chiesto a Tim Cook di riconsiderare la strategia di delocalizzazione: "Vi abbiamo trattato molto bene, abbiamo accettato tutti gli stabilimenti costruiti in Cina. Ma non è nel nostro interesse che ora lo facciate in India. Vogliamo che costruiate qui".

Il messaggio arriva a pochi giorni dalle dichiarazioni di Cook, che ha anticipato come "la maggior parte degli iPhone venduti negli Stati Uniti" nel trimestre in corso sarà prodotta proprio in India. La mossa servirebbe ad aggirare i dazi del 145% imposti da Washington sui prodotti provenienti dalla Cina, storicamente hub centrale della filiera Apple.

E nonostante il recente accordo tra Stati Uniti e Cina, che ha portato a una tregua temporanea di 90 giorni sulle tariffe, Trump non si accontenta. Nel suo intervento ha ricordato che Apple ha in programma di investire 500 miliardi di dollari negli USA, ma ha ribadito che "l’India può cavarsela da sola, stanno andando molto bene". Una pressione diretta su uno dei più grandi colossi della Silicon Valley, con il sottinteso che gli aiuti e le agevolazioni concessi negli anni non sono a senso unico.

Non è ancora chiaro se Trump pretenda una produzione esclusivamente americana degli iPhone, opzione che molti analisti considerano impraticabile per i costi troppo elevati, ma è evidente la volontà di rimettere al centro la manifattura domestica. C'è però da tener conto che il settore industriale indiano, negli ultimi mesi, ha approfittato delle frizioni tra Washington e Pechino per attrarre investimenti. Apple ha già prodotto in India un quinto dei suoi iPhone nel corso degli ultimi dodici mesi, per un valore di 22 miliardi di dollari.

Parallelamente, sul fronte dei rapporti bilaterali con l’India, Trump ha lasciato intendere che Nuova Delhi avrebbe proposto un accordo tariffario estremamente favorevole agli Stati Uniti. Nessun dazio in cambio di un’intesa commerciale più ampia, almeno secondo le sue parole. Il governo indiano non ha confermato né commentato. Va ricordato che i prodotti indiani erano stati colpiti da una "tariffa reciproca" del 27%, poi sospesa. L’India ha quindi evitato contromisure, cercando piuttosto la via diplomatica. 

In sostanza, Apple è finita nel mezzo di un braccio di ferro che va ben oltre gli smartphone. Trump vuole che i giganti tech riportino la produzione in patria. Apple, invece, cerca margini di manovra tra dazie e costi. Ma la pressione del tycoon potrebbe costringerla a riconsiderare i suoi piani più rapidamente del previsto.

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