Ubi Banca, bene la gestione operativa ma le tasse comprimono l'utile - Affaritaliani.it

Economia

Ubi Banca, bene la gestione operativa ma le tasse comprimono l'utile

Cresce (+18,5%) il risultato lordo della gestione operativa: ricavi commissionali in aumento, giù i crediti deteriorati. Bene il titolo in Borsa

Ubi Banca, utili a 251 milioni. Dividendo in crescita a 0,13€

Ubi Banca ha chiuso il 2019 con un utile netto di 251 milioni, in calo del 41% rispetto al 2018. Al netto delle principali poste non ricorrenti, però, l'utile è cresciuto del 16,7% a 353 milioni e del 10,7% a 506 milioni prima delle imposte. Nel solo quarto trimestre, poi, il risultato netto si è attestato a 60 milioni (da 215 un anno prima), a fronte dei 24 milioni previsti dal consensus tra 9 analisti raccolto dalla società. Operatività (+18,5% il risultato lordo della gestione operativa con un'accelerazione da ottobre a dicembre) che, grazie a un aumento dei ricavi da commissione e al minore peso dei crediti deteriorati (è all’esame ora la cessione di 800 milioni lordi di sofferenze), ha consentito alla banca guidata da Victor Massiah di aumentare il dividendo che verrà distribuito dell'8% a 0,13 euro per azione (da 0,12 euro dell'anno scorso). Tant'è che la Borsa in una seduta piatta premia il titolo Ubi con un rialzo corposo dell'1,18% a 3,01 euro. 

Tornando al conto economico dell'intero 2019, i proventi operativi sono saliti del 3,4% a 3,6 miliardi, con margine di interesse a 1,7 miliardi (-3,6%) e commissioni nette a 1,7 miliardi (+5,2%). In calo del 3,3% a 2,4 miliardi gli oneri operativi, per un rapporto cost/income sceso al 65,1%.

Quanto alla solidità patrimoniale, il Cet1 è aumentato al 12,3%. Il cda proporrà la distribuzione di un dividendo da 0,13 euro per azione (+8,3% rispetto agli 0,12 dello scorso anno). Proseguendo nell'analisi del conto economico, le rettifiche su crediti sono scese del 17,9% annuo a 208,2 milioni. Quanto agli aggregati patrimoniali, la raccolta diretta bancaria è salita a 95,5 miliardi (dai 92,6 del primo gennaio), mentre quella indiretta a 101 miliardi (+7,1%).

I crediti netti verso la clientela sono scesi a 84,6 miliardi dagli 89 del primo gennaio. Sul fronte della qualità del credito, lo stock di crediti deteriorati totali lordi si è attestato a 6,8 miliardi, in diminuzione del -17,7% rispetto a settembre 2019 e del -29,6% da fine 2019.

L'incidenza sui crediti totali si è ridotta così al 7,8% dal 9,34% di settembre 2019 e dal 10,42% di dicembre 2018), e a circa il 6,9% pro-forma 'se si tiene conto della cessione, attualmente allo studio, di circa 800 milioni di esposizioni a piccole e medie imprese classificate in sofferenza. Al netto delle rettifiche, gli stock di crediti deteriorati sono scesi a 4,2 miliardi, -30,2% nei dodici mesi 2019, con un'incidenza del 4,9%.

Per il 2020 il gruppo stima un utile netto superiore a quello del 2019 con conseguente crescita del dividendo. L'istituo piega in una nita che proseguirà la ricomposizione dei ricavi core a favore di una crescita delle commissioni nette rispetto al margine d'interesse ed è confermata la strategia di salvaguardia degli spread commerciali compatibilmente con le dinamiche competitive del mercato. Verrà mantenuto l'attento controllo degli oneri operativi. I crediti deteriorati lordi sono attesi in riduzione, guidati dal 2020 in poi dal work out interno. A fine 2019 è iniziata l'analisi di un’operazione di cessione di crediti deteriorati Sme per circa 800 milioni di euro lordi, da realizzarsi entro il 2020. Grazie alla forte riduzione dello stock di crediti deteriorati conseguita principalmente nel 2019, e ai limitati flussi in entrata, il costo del credito "è atteso in significativa riduzione rispetto al 2019", sottolinea Ubi.

Ubi Banca: nel 2019 rafforzati i risultati in Lazio, Toscana e Umbria

Il responsabile della Macro Area Territoriale Lazio, Toscana e Umbria, Cristian Fumagalli, ha commentato i risultati consolidati al 31 dicembre 2019 di Ubi Banca diffusi oggi. “Il 2019 è stato l’anno in cui soprattutto nel Centro Italia si è affermato con forza il nostro ruolo di istituto di credito di riferimento capace di accompagnare e rafforzare lo sviluppo sostenibile delle imprese, il benessere delle collettività e le progettualità future delle famiglie. Nel Lazio, Toscana e Umbria, le istituzioni, gli imprenditori e la clientela privata hanno dimostrato di apprezzare l’impegno profuso dal nostro istituto in termini di innovazione tecnologica, offerta commerciale, visione sociale e azioni di sostenibilità, oltre che di accesso al credito come dimostrano i risultati positivi dello scorso anno".

"La nostra Banca - ha proseguito Fumagalli - è stata scelta come Banca partner per la concessione del credito portando, sempre in un contesto economico nazionale che permane incerto, i volumi delle erogazioni a circa 1.050 milioni di euro comprensivi dei finanziamenti a famiglie e imprese, che spaziano dalle piccole alle grandi dimensioni, di cui circa 656 mln di Euro nel Lazio, circa 274 milioni di euro in Toscana e circa 120 milioni di euro in Umbria. Ulteriore testimonianza della partnership con il territorio sono i 387 milioni di euro di finanza strutturata erogati a favore delle medio/grandi imprese".

"I dati mostrano che il nostro Istituto è riuscito infatti a affermarsi come un modello di intelligenza artificiale che analizza e apprende da distretti, filiere e territori, assimila esempi di successo e valuta i fattori critici ponendosi nei confronti dell’impresa come partner in grado di valutare e proporre soluzioni costruttive con benefici a lungo termine. Si riscontra sempre una tendenza in crescita, pari a circa il 20% rispetto allo scorso anno, per i mutui e prestiti alle famiglie con la Toscana che esprime la dinamica più favorevole pari a oltre il 30%. Da evidenziare un trend molto positivo anche dei dati sulla raccolta, a testimonianza della consolidata fiducia che i clienti nutrono nell’affidare i propri risparmi a una banca solida come UBI Banca. La ricchezza finanziaria è aumentata di oltre il 4% rispetto allo stock rilevato lo scorso anno, raggiungendo l’importo di 13,1 mld di Euro con una crescita sopra la media per la provincia di Arezzo. Oltre 1 miliardi di euro sono state le sottoscrizioni ripartite tra risparmio gestito, assicurativo e prestiti obbligazionari: circa 532 milioni di euro in Lazio, circa 365 milioni di euro in Toscana e circa 108 milioni in Umbria.

Il manager ha poi aggiunto: "Anche UBI Top Private, area strategica specializzata nella gestione di clienti e aziende con grandi patrimoni, sta sempre più rafforzando il proprio accreditamento su questi territori. Risultati resi possibili grazie alle elevate professionalità che la nostra Banca possiede e offerte nel Centro Italia da 1.753 dipendenti che nell’anno hanno perfezionato le proprie competenze dopo 140.000 ore di formazione specialistica a beneficio della relazione e della consulenza offerta alla clientela. Guardando al futuro, il nuovo piano industriale sarà presentato il 17 febbraio ed espliciterà il modello di banca che UBI intende perseguire per i prossimi anni, con importanti effetti e progettualità anche per le nostre tre Regioni. Nell’ambito degli interventi innovativi e di sostenibilità, grazie anche al valore aggiunto offerto dalle strutture specializzate e dalle società prodotto del nostro Gruppo, è importante ricordare il social bond collocato con successo nel mese di gennaio “UBI Comunità per la Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Anna Meyer Onlus” per un ammontare complessivo di 20 milioni di euro, che permetterà un’erogazione di liberalità fino a 100.000 euro a favore del Progetto LudoBiblio a beneficio dei giovani pazienti e delle loro famiglie”.