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Economia
Ubi chiude il 2016 in rosso di 830 milioni. Pesano il piano e il fondo Atlante

Ubi sale dell'1,08% in Borsa dopo i conti 2016, in controtendenza rispetto alla debolezza diffusa a Piazza Affari (-0,24% il Ftse Mib).

Ubi banca chiude il 2016 con una perdita contabile di 830 milioni, dovuta soprattutto all'applicazione del piano industriale di incorporazioni e a svalutazioni tra le quali 73 milioni per la quota nel fondo Atlante, contro un utile di 116 milioni segnato nel 2015. Al netto degli impatti del piano e delle poste straordinarie, l'utile normalizzato 2016 è di 111 milioni. Il parametro patrimoniale CET1 ratio "fully loaded" è all'11,22%, rispetto all'11,28% del settembre 2016.

L'esercizio 2016, spiega una nota, si è chiuso, dopo la contabilizzazione "up front" degli impatti degli oneri previsti per l'attuazione del piano Industriale lanciato a giugno 2016 (circa 850 milioni netti), i contributi straordinari al Fondo di Risoluzione (50,4 milioni netti) e la svalutazione del Fondo Atlante (52,9 milioni netti). Al netto degli impatti del piano e delle poste straordinarie, il 2016 si e' chiuso con un utile normalizzato di 111,6 milioni (189 nel 2015). I proventi operativi sono pari a 3.119,5 milioni (3.371 mln in 2015), il margine di interesse e' di 1.498 milioni (1.631 mln in 2015), le commissioni nette sono di 1.335 milioni (+2,7% a/a), il risultato dell'attivita' finanziaria si e' posizionato a 153,7 milioni (290,6 milioni in 2015). Gli oneri operativi si sono attestati a 2,153,5 milioni di euro (-1% a/a). Nel corso del 2016 sono state contabilizzate rettifiche di valore nette per deterioramento crediti per 1.565,5 milioni (802,6 nel 2015).

Le rettifiche di valore nette per deterioramento di altre attivita'/passivita' finanziarie ammontano a 130 milioni (16,9 nel 2015) essenzialmente riconducibili alla svalutazione del Fondo Atlante (73 milioni) e al sostanziale azzeramento del rischio di credito residuo legato a strumenti finanziari rivenienti da posizioni di credito deteriorato (circa 47 milioni). Nel corso dell'anno si sono evidenziate imposte positive (IRES) sul reddito dell'operativita' corrente per 182,4 milioni, definendo un tax rate del 24,34%, contro il prelievo impositivo di 161,1 milioni del 2015 che aveva dato luogo ad un tax rate del 43,12%. Gli impieghi verso la clientela ammontano a 81,8 miliardi (82 mld in 2015), lo stock di crediti deteriorati lordi, pari a 12.521 milioni, si e' ridotto significativamente rispetto al dicembre 2015 (-0,9 miliardi o -6,8% rispetto ai 13.434 del dicembre 2015) e rappresenta il 14,4% del totale crediti lordi (era il 15,1% a dicembre 2015). Lo stock risulta in discesa anche rispetto ai 13.231 milioni del settembre 2016. I flussi lordi da crediti in bonis a crediti deteriorati, pari a 1.294 milioni, confermano una significativa contrazione, essendosi ridotti del 47% rispetto al 2015 e del 70% rispetto al picco raggiunto durante la crisi (4.307 milioni nel 2012).

I risultati del 2016 mostrano coperture in miglioramento rispetto al dicembre 2015. Includendo i crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati sale al 45,8% (era il 45,1% a settembre 2016 e il 37,2% a dicembre 2015). A fine 2016, i crediti stralciati ammontano a 2.342 milioni; di questi 450 milioni sono riferiti al quarto trimestre 2016. Al netto dei crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati e' pari al 35,67% (in leggera diminuzione rispetto al 37,02% di settembre 2016 - per effetto degli stralci contabilizzati nel 4 trimestre -, ma in crescita rispetto al 27,9% di dicembre 2015). Includendo i crediti stralciati, la copertura delle sofferenze si attesta a fine anno al 58,5% (era il 58,55% a settembre 2016 e il 52,25% a dicembre 2015).

La raccolta diretta da clientela ordinaria, pari a 69,1 miliardi (69,3 miliardi a settembre 2016, 72,5 miliardi lo scorso dicembre). L'esposizione del gruppo verso la BCE consiste in un ammontare totale di 10 miliardi di euro di TLTRO2. Il , il CET1 stimato a regime a fine 2016 e' pari al 11,22% rispetto al 11,28% di settembre 2016, il CET1 phased in e' passato all'11,48% dall'11,68% del settembre 2016, il Total Capital Ratio "phased in" si attesta al 14,10% a fine 2016. Per quanto riguarda il 4* trimestre si e' chiuso con un risultato pari a -75,6 milioni, contro un utile di 32,5 milioni registrato nello stesso periodo del 2015. Il margine d'interesse e' pari a 365 milioni (-0,8% a/a), le commissioni nette si sono attestate a 346,2 milioni (321,4 mln in 2015), il risultato dell'attivita' finanziaria e' cresciuto a 47,4 milioni rispetto ai 23,7 mln del terzo trimestre 2015.

Nel quarto trimestre dell'anno sono state contabilizzate rettifiche di valore nette per deterioramento crediti per 191,8 milioni, rispetto ai 167,4 del terzo trimestre e ai 245 del 4 trim 2015. Il Consiglio di Gestione proporra' all'Assemblea, che si terra' in unica convocazione il 7 aprile, la distribuzione di un dividendo unitario di 0,11 euro per ciascuna delle azioni che risulteranno in circolazione dopo il completamento delle operazioni di concambio relative alle fusioni previste per il completamento del progetto Banca Unica (data di efficacia 20 febbraio 2017), al netto delle azioni che saranno detenute in portafoglio.

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