Bancari/ Sciopero in casa UniCredit. Dopo il progetto Newton, Ghizzoni passa a Uccmb
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Non parte sotto i migliori auspici la trattativa fra UniCredit e i sindacati per la gestione degli 8.500 esuberi fra i dipendenti (di cui 5.700 in Italia) individuati dall'amministratore delegato Federico Ghizzoni nell'ultimo piano industriale. Mentre i vertici della banca apriranno il tavolo domani con le sigle di rappresentanza dei lavoratori, gli 800 bancari di Uccmb (Unicredit credit management bank), la società di recupero crediti del gruppo che Ghizzoni ha deciso di vendere per fare cassa, sciopereranno infatti per l'intera giornata.
Uccb è in piena fase di vendita: a breve le cordate che al momento hanno manifestato interesse, dopo che ieri è stato aperto il data room, presenteranno le loro offerte vincolanti d'acquisto. Interessati a rilevare la controllata di UniCredit sono Prelios e Fortress, Deutsche Bank e Goldman Sachs. Ma anche i fondi Tpg, Cvc e Jupiter, Cerberus e forse Blackstone, Oaktree Capital Management e Apollo Global Management.

Non è la prima operazione di riduzione del perimetro di attività e della conseguente fuoriuscita di dipendenti da parte del gruppo di piazza Gae Aulenti. Nel 2013, con il progetto Newton, sono state esternalizzate infatti alcune attività del consorzio informatico Ubis, a sua volta uno spin-off delle attività di back office di UniCredit rimaste però sotto il controllo della banca, per un totale di 2000 lavoratori, 700 In Italia.
Si è trattato dello Shared service center, ramo d'azienda ceduto ad aprile 2013 a una newco controllata per il 51% da Hewlett Packard e per il 49% da Ubis e di Abas, newco con maggioranza assoluta di Accenture (quindi entrambe fuori dal controllo del gruppo). Nuove società che hanno riguardato le attività di HR, It Global Markets (Infrastrutture informatiche a supporto dell'Investement Banking), l'It Centrale (Infrastrutture Tecnologiche centrali) e Invoice Management (Ciclo attivo/passivo).