UniCredit/ Ghizzoni porta i profitti a 1,8 mld (+81%). Target confermati.
La macchina UniCredit torna a girare e così, nonostante la recessione che attanaglia ancora l'Italia, Federico Ghizzoni porta gli utili del gruppo nei primi nove mesi dell'anno a 1,83 miliardi di euro. Un'ottima performance (in tutte le divisioni del gruppo e il Rote annualizzato è stato del 6%, in linea con gli obiettivi.), perché i profitti sono in crescita dell'81,3% rispetto agli 1,01 miliardi del corrispondente periodo del 2013.
Nel solo terzo trimestre l'utile netto è stato di 722 milioni di euro (+79%), ha fatto poi sapere il colosso di Piazzale Gae Aulenti che ha nominato anche il nuovo respoansabile dell'area Central East Europe: Carlo Vivaldi ha preso infatti il posto di Gianni Franco Papa, già designato lo scorso agosto vice direttore generale del gruppo e responsabile della Divisione corporate&investment banking (Cib)
"I risultati di gruppo del trimestre e dei primi nove mesi ci portano molto vicini al nostro obiettivo di utile netto di 2 miliardi di euro nel 2014, che confermiamo", ha spiegato un soddisfatto Ghizzoni. "Siamo molto contenti di questo andamento positivo - ha ggiunto il Ceo UniCredit - nonostante un contesto macroeconomico ancora difficile".
Il passaggio della vigilanza alla Bce sarà un cambiamento "certamente positivo" per la banca: "La nostra dimensione internazionale rappresenterà sempre di più un vantaggio competitivo", ha sottolineato il banchiere piacentino.
Entrando nel dettaglio della trimestrale, si vede però che i ricavi hanno mostrato una flessione del 3,9% a 16,9 miliardi e i costi dell'1,7% a 10,3 miliardi, mentre gli accantonamenti sui crediti sono scesi del 38% a 2,6 miliardi. Il margine operativo lordo è calato del 2,1% a 6,781 miliardi, mentre quello netto è cresciuto del 4% a 5,411 miliardi, con il risultato lordo dell'attività corrente salito del 10,7% a 5,244 miliardi.
Gli interessi netti sono aumentati del 4,6% a 9,238 miliardi, ma la voce di bilancio relativa ai dividendi e agli altri proventi su partecipazioni ha accusato un calo del 21,7% a 603 milioni. A fronte poi di commissioni nette cresciute del 4,8% a 5,525 miliardi, i ricavi da negoziazione sono scesi del 36% a 1,229 miliardi.
Per quanto riguarda la core bank, l'utile netto è cresciuto, sempre nei primi 9 mesi, del 13% a 3,1 miliardi e i ricavi dello 0,3% a 16,5 miliardi. I costi sono scesi dell'1,9% a 9,9 miliardi così come gli accantonamenti su crediti, calati del 20,7% a 1,4 miliardi, con il costo complessivo del rischio che si è attestato a 43 punti base.
il common equity tier 1 ratio 'fully loaded' al 30 settembre si è attestato a 10,4%, mentre il common equity tier 1 ratio 'transitional' è pari a 10,8%; il total capital ratio 'transitional' è al 14,9%. I ricavi dei nove mesi sono calati del 3,9% a 16,9 miliardi di euro e i costi totali dell'1,7% a 10,3 miliardi. In flessione anche il margine operativo lordo, sceso del 7,2% a 6,53 miliardi. I crediti alla clientela sono diminuiti nel periodo dello 0,7% a 420,8 miliardi; i nuovi crediti a medio-lungo termine erogati in Italia nel terzo trimestre sono ammontati a 2,8 miliardi, in crescita del 50,9% sul periodo luglio-settembre del 2013.