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Economia
UniCredit, le strategie di ripartenza del settore vitivinicolo nel Mezzogiorno

Sono oltre 7.700 le aziende vitivinicole del Sud sparese tra Puglia, Campania, Calabria e Basilicata che producono circa 1/4 del vino prodotto in Italia. La Puglia contribuisce alla produzione per oltre il 20%, seconda solo alla Toscana (23%). Lo rileva uno studio di UniCredit sul settore vitivinicolo del Sud presentato nel corso del Forum sull’Economia digitale presentato dallo stesso istituto creditizio

Secondo UniCredit il territorio meridionale presenta una elevata specializzazione nei vini da tavola e si colloca al primo posto in Italia in tale segmento: la quota di produzione sul totale Italia è salita dal 35% del 2007 al 50% del 2019. Nell’area si conferma in crescita anche la produzione di vini di qualità, che rappresentano oggi circa il 10% della produzione nazionale: i vini certificati sono 92, di cui 65 Dop e 27 Igp, che hanno impatto considerevole sull’economia del territorio per un valore pari a circa 500 milioni di euro.

E’ la Puglia in particolare a puntare decisamente sulla qualità della propria produzione vitivinicola, classificandosi al secondo posto in Italia sia per la produzione di vini certificati (32 vini Dop e 6 Igp), dietro solo alla Toscana, sia per superficie agricola dedicata al biologico (23% del totale Italia) dietro alla Sicilia (24% del totale Italia). Anche per la Campania segnala un buon risultato sul fronte della produzione di vini certificati con 19 vini Dop e 10 Igp.

Un ruolo trainante per la crescita del comparto vitivinicolo del Sud è rappresentato anche dalle esportazioni che sono cresciute di circa il 60% negli ultimi 5 anni, incremento superiore alla media Paese (+26%). L’indagine mostra come tuttavia esistano ampi margini di sviluppo per l’industria vitivinicola delle regioni del Sud, dal momento che i vini dell’area contribuiscono solo per il 3,5% dell’export nazionale. E’ la Puglia, in particolare a contribuire per il 72% alla crescita dell’export dei prodotti vitivinicoli del Sud, seguita dalla Campania con il 25%.

Lo Studio di UniCredit ha esaminato anche gli impatti del Covid-19 sul settore vitivinicolo italiano e del Sud. Il mercato interno è atteso in contrazione, a seguito delle difficoltà del canale ho.re.ca. (hotel, ristoranti, bar, enoteche, ecc.), che da solo contribuisce per il 42% alla vendita dei vini sul mercato nazionale, e della minore capacità di spesa delle famiglie. Anche l’export, a cui va il 55% della produzione italiana, è previsto in contrazione per la crisi economica portata dall’attuale pandemia. I cali delle vendite più consistenti sono previsti per vini di gamma medio-alta e alta, spumanti e vini “innovativi”.

L’indagine evidenzia inoltre come le imprese del settore vitivinicolo italiano e del Sud, dal punto di vista reddituale e patrimoniale, nello scenario pre Covid contavano nel complesso uno stato generale di buona salute che potrebbe aiutare a contenere i prevedibili rischi di tensioni sul fronte della liquidità legati alla pandemia. Sono soprattutto le imprese di maggiori dimensioni o più strutturate quelle che potrebbero riuscire ad affrontare meglio le tensioni finanziarie legate alla pandemia.

Tra i cambiamenti a cui le imprese devono puntare per superare l’attuale momento, oltre al tema del rafforzamento dimensionale e della valorizzazione delle filiere produttive, necessario per affrontare meglio le tensioni sulla liquidità e gli investimenti legati alle trasformazioni in atto nel settore, gli analisti di UniCredit evidenziano come le strategie che le imprese devono mettere in atto per favorire strategie di ripartenza riguardano la costruzione e il rafforzamento di catene di valore di prossimità e la diversificazione dei mercati di sbocco e dei canali di vendita, incluso il potenziamento dell’e-commerce, che in questo periodo sta rivelando grandi potenzialità.

Il comparto vitivinicolo del Sud è una delle più rinomate eccellenze del territorio -ha affermato Annalisa Areni, regional manager Sud di UniCredit- ma per le imprese del Mezzogiorno è fondamentale agire sul tema della dimensione, valorizzando anche l’intera filiera produttiva, al fine di non perdere posizioni competitive a causa del Covid-19 e per poter generare resilienza agli shock di mercato. Una opportunità viene anche dal commercio digitale perché consente anche ad aziende di dimensioni minori di raggiungere mercati ad alto potenziale. UniCredit sostiene il comparto con prodotti e servizi strutturati sugli specifici bisogni delle aziende del settore, finalizzati alla crescita e all’internazionalizzazione di ogni azienda della filiera, anche con iniziative come Easy Export grazie al quale abbiamo accompagnato più di 150 imprese del Sud ad accedere a nuovi mercati e che hanno aumentato il loro giro d’affari con l’estero del 24%”.

Fondamentale risulterà il ruolo delle Denominazioni del vino italiano.

La crescita registrata dalle Denominazioni di Origine e delle Indicazioni Geografiche del nostro Mezzogiorno d’Italia -ha sottolineato Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc- attribuisce ai Consorzi di Tutela un ruolo determinante per la promozione della cultura del vino e del territorio. E’ quindi evidente che mai come in questo momento di estrema difficoltà il mondo consortile costituisca un fondamentale punto di riferimento e svolga un‘azione necessaria nel panorama delle Denominazioni, in grado di promuovere al meglio le nostre eccellenze vitivinicole , di proteggerle dalle numerose insidie che arrivano da più parti e di creare un fronte comune indispensabile per disegnare le strategie del prossimo futuro”.

Importante anche il compito delle iniziative e manifestazioni che da anni compongono il calendario degli appuntamenti dedicati al vino tricolore.

L’emergenza Covid sta determinando nuovi scenari anche per chi, come noi, organizza eventi legati all’enogastronomia di qualità -ha spiegato Maurizio Teti, direttore VitignoItalia- al punto di portarci a rivedere in parte anche quello che è il nostro ruolo. Che non può più essere semplicemente quello di fornitori di un determinato format e di servizi che si esauriscono nello spazio temporale dell’evento stesso ma che ci impone un lavoro a 360° che ci veda impegnati durante l’arco dell’intero anno in un’assistenza continuativa nei confronti delle aziende. Con temi come sostenibilità e internazionalizzazione che più che mai diventano dei must da perseguire con estrema cura e professionalità”.

 

 
 

 

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