Usa-Cina, Trump minaccia dazi per 400 mld. Donald può inguaiare l'amico Conte - Affaritaliani.it

Economia

Usa-Cina, Trump minaccia dazi per 400 mld. Donald può inguaiare l'amico Conte

Dall’8 marzo ad oggi l’indice Msci World è salito, nonostante le minacce di dazi commerciali. Ma le cose potrebbero peggiorare nel prossimo trimestre, coi dazi

Insomma, al di là degli andamenti negativi odierni (sia per le Borse asiatiche che per quelle europee e Wall Street), per ora gli investitori sembrano aver “letto” le sparate di Trump più come una mossa propagandistica pensata in vista delle elezioni di metà mandato del prossimo ottobre che come una vera dichiarazione di guerra commerciale al mondo, anche se l’incertezza ha comunque pesato su indici come l’Eurostoxx50 (ossia il paniere dei 50 maggiori titoli europei), che ha ceduto circa mezzo punto, e il Ftse Mib di Milano, che ha perso il 3,3%. Su Milano hanno tuttavia pesato anche le preoccupazioni circa l’impatto che le misure programmatiche di Lega e M5S potrebbero avere sulla tenuta dei conti pubblici, oltre al fantasma di un’eventuale “Italexit”.

borsa cina
 

Tutto bene, dunque, con la sola postilla di evitare di investire troppo sui mercati emergenti e in particolare sulla Cina? Non proprio: al di là delle minacce, i dazi sono scattato solo dal primo giugno nei confronti di acciaio e alluminio proveniente da Messico, Canada ed Europa, quelli contro 50 miliardi di importazioni cinesi solo dal 15 giugno. Troppo presto dunque per avere un qualsiasi impatto concreto, che apparirà tuttavia evidente già nei conti del terzo trimestre dell’anno, quando la crescita europea (in particolare di paesi esportatori come Germania e Italia) e asiatica (Cina in testa) potrebbe rallentare.

Nel caso italiano, poi, qualche preoccupazione in più è legittima: Istat del resto ha segnalato come in aprile il surplus commerciale si sia ridotto a 2,938 miliardi di euro dai 3,603 miliardi di un anno prima complice anche una flessione su base congiunturale dell’export extra-Ue (-0,9% su marzo). Visto che nei primi quattro mesi dell’anno a trainare l’export italiano sono state le esportazioni di metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchinari e impianti), aumentate del 7,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.

Dal canto suo l’Ocse ha appena ribadito nel suo ultimo Economic Survey di ritenere la ripresa economica italiana la più debole di tutta l’eurozona (il Pil dovrebbe crescere dell’1,4% quest’anno, dell’1,1% nel 2019, contro il +2,2% e +2,1% rispettivamente a livello di Eurozona). Se i dazi di Trump dovessero rimanere a lungo, anche dopo le elezioni di ottobre per il governo Lega-M5S, nei cui confronti Trump stesso ha peraltro speso espressioni di stima, potrebbero aumentare le difficoltà e la tentazione di ricorrere ad un maggior deficit pur di sostenere le misure “pro crescita” promesse. Col rischio di inasprire i rapporti con Bruxelles.