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Economia
Vaccino Pfizer,costato solo 2 miliardi. Poi 15 miliardi di ricavi e 3 di utili

Neanche la più grave pandemia mondiale, dopo la Spagnola del 1918, che sta producendo milioni di morti e congelando le attività economiche a livello planetario, ha scosso le inesorabili leggi del mercato. Poca offerta del vaccino anti-Covid a coprire molta domanda non può che lasciare in mano all’oligopolio di Big Pharma l’arma del prezzo. 

Normale in un mondo normale, meno ovvio in un contesto di drammatica emergenza socio-sanitaria con pesanti riflessi sull’economia. Niente ha scalfito il potere in mano ai big farmaceutici di poter fare il loro cinico gioco. Dare i vaccini al miglior offerente, temporeggiare sui lotti in produzione, insomma approfittare del contesto del salva-vita in mano a poche compagnie per lucrare il più possibile. 

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Il caso Pfizer e in misura minore Astra Zeneca insegna molte cose sul rapporto troppo spesso ineguale tra Stato e mercato. Il colosso Usa ha appena rilasciato le sue previsioni sul 2021. Ebbene sappiamo che quest’anno solo dalle vendite del vaccino co-prodotto con la tedesca BionTEch, Pfizer si attende ricavi aggiuntivi per la bellezza di 15 miliardi di dollari, di fatto un terzo in più dei ricavi già astronomici di Pfizer conseguito solo con il prodotto anti-Covid. 

I conti di Pfizer, con o senza vaccino, sono da sempre strabilianti. L’anno scorso il gigante Usa ha realizzato ricavi per 42 miliardi di dollari. Ma quel che fa di Big Pharma un settore tra i più lucrativi sono i margini di profitto. 

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Nel 2020 (senza vaccino) su 42 miliardi di ricavi la casa americana ha portato a casa 9,6 miliardi di utili netti. L’anno prima il 2019 gli utili sono stati di ben 16 miliardi di dollari, ben il 40% del fatturato, complice la cessione di una divisione che ha fruttato da sola 8 miliardi di ricavi. In media Pfizer, come del resto molti dei Big Pharma, realizza ogni anno utili pari al 20-25% dei suoi ricavi. Sole le grandi Big Tech sono capaci di fare meglio. 

Quindi stiamo parlando di un settore strutturalmente iper redditizio. In un’economia di guerra come può essere la pandemia Covid, ci si aspetta che per un prodotto così essenziale per la salute pubblica si trovi un meccanismo che stemperi la logica del profitto a tutti i costi. 

Così non è stato e le recenti polemiche sugli approvvigionamenti e i livelli di prezzo la dicono lunga sullo scarso potere in mano ai Governi mondiali nella contrattazione sul vaccino salva-vita. Pfizer avrebbe potuto vendere il vaccino a prezzo di costo rinunciando ai margini di profitto. Non avrebbe nuociuto più di tanto alla sua ricchezza conclamata. Invece non è andata così. Lo dicono i prezzi.

 Di recente Pfizer ha contrattato con il Governo Usa l’aumento nel 2021 delle forniture per altre 100 milioni di dosi dopo le 200 già contrattate. Il prezzo per 100 milioni di dosi? 1,95 miliardi cioè 19,5 dollari a dose. 

Del resto nelle proiezioni finanziarie di quest’anno Pfizer si aspetta di fornire 2 miliardi di dosi a livello globale per un incasso appunto di 15 miliardi di dollari. La metà del ricavi totali dato che condividerà al 50% con Biontech. 

Ecco che si può stimare un prezzo medio a dose di 15 dollari. Troppi, pochi? Dipende da quanto hai speso per trovare e produrre il vaccino. Si scopre così che il vaccino sarà l’affare della vita per il colosso americano. Per la ricerca e sviluppo Pfizer ha speso l’anno scorso un miliardo in più del 2019. Presumendo per eccesso che tutta la spesa aggiuntiva in ricerca sia da attribuire al vaccino, la sua scoperta è costata 1 miliardo. Cifra analoga andrà in produzione e commercializzazione per arrivare a costi per 2 miliardi. 

(Segue: quanto è costata la collaborazione con la tedesca BionTech? Quanti profitti genererà il vaccino per Pfizer?>>>)

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