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Economia
Be Prime Minister 2

L'Italia, si sa, è un Paese di Ct. Da qualche mese a questa parte gli italiani si sono scoperti anche economisti e statisti. In fondo, che ci vuole a rimettere i conti in ordine senza fiaccare la ripresa? Basta tagliare le spese della casta, sovvenzionare le imperse, assumere. In pochi, per fortuna, possono diventare presidenti del Consiglio o ministri dell'Economia. Ma tutti possono provare l'ebbrezza di gestire i conti pubblici. Con un'app. "Be prime minister", questo il suo nome, consentirà forse di scoprire un talento innato o, al contrario, a capire che mette mano nelle casse dello Stato (e nelle tasche dei cittadini) non è così semplice come sembra. Scopo del gioco: tagliare il debito pubblico.

Il videogioco è ambientato nell'isola di Ameise. Un nome non a caso preso in prestito dalla rigida Germania e che in tedesco significa "formica". Come l'operoso insetto, anche il protagonista del gioco deve risparmiare, senza però abbandonare investimenti che possano stimolare l'aumento del Pil nel lungo periodo. Il giocatore ha a disposizione 12 mosse, una per ogni mese dell'anno, al termine delle quali potrà osservare se il debito pubblico è calato nel breve periodo e se "il primo ministro" è stato capace di garantire lo stesso andamento nel medio e lungo periodo.

Le scelte a disposizione sono molte e alternano tagli e investimenti: costruire un porto turistico, introdurre sgravi fiscali per la ricercae per le nuove assunzioni, aumentare o diminuire i posti letto, tagliare la spesa sanitaria, stringere sulla lotta all'evasione, sullo stato sociale, sulle pensioni, incrementare le tasse.

Tutte le scelte producono un impatto. Quello immediato sarà subito visibile: il debito pubblico, che parte dal 100%, cresce o diminuisce in tempo reale. I problemi arrivano sul lungo periodo. Decisiva, oltre alle scelte, è la loro "tempistica". Alcuni provvedimenti impatto di più se varati all'inizio del gioco. Altri sono efficaci in un secondo momento.

"Be Prime Minister" è un progetto del Museo del Risparmio di Torino. Chissà se, con la simulazione, si potranno capire meglio le scelte, spesso impopolari dei governi. Per dire, una volta osservati i risultati, che, per fortuna, si trattava di un gioco.

 

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