Vittorio Merloni morto: addio allo storico re degli elettrodomestici - Affaritaliani.it

Economia

Vittorio Merloni morto: addio allo storico re degli elettrodomestici

Vittorio Merloni, ex presidente di Confindustria e storico industriale italiano, è morto dopo una lunga malattia a 83 anni

Vittorio Merloni, ex presidente di Confindustria e storico industriale italiano, è morto all'ospedali di Fabriano, nelle Marche, dopo una lunga malattia. Aveva 83 anni. Era presidente onorario di Indesit e di Fineldo, la holding familiare che due anni fa aveva ceduto il celebre marchio di elettrodomestici alla Whirpool.  

Merloni lascia la moglie Franca Carloni e quattro figli: Maria Paola, deputata eletta con Scelta civica, i gemelli Andrea (che è stato anche lui a capo dei Indesit Company) e Aristide, Antonella.

Merloni aveva mosso in primi passi nell'azienda del padre Aristide, fondatore della dinastia fabrianese, insieme ai fratelli Francesco (ex parlamentare ed ex ministro) e Antonio. Nel 1975 era nata la Merloni Elettrodomestici, diventata poi Indesit Company, da lui presieduta 2010, quando aveva lasciato la presidenza al figlio Andrea, diventando presidente onorario. Indesit è poi stata ceduta nel 2014 a Whirlpool.

IL RITRATTO/ Vittorio, il 're' della dinastia Merloni - Vittorio Merloni, 83 anni, e' stato un grande imprenditore italiano, l'erede di una dinastia fondata dal padre Aristide, dal cui nome deriva il marchio Ariston, uno dei piu' famosi dell'azienda e uno dei simboli dell'Italia del boom economico. Ex disegnatore a Pinerolo, discendente di una famiglia operaia, Aristide torna a Fabriano, nelle Marche, per produrre bilance, poi si accorda con Enrico Mattei, il fondatore dell'Eni, e nel 1963 inizia a fabbricare bombole del gas, con l'obiettivo di portare il lavoro nelle case degli operai marchigiani. A Fabriano, storicamente un centro della carta, i Merloni, nel corso di 40 anni, creano il distretto degli elettrodomestici, passando dagli scaldabagni, ai fornelli smaltati a gas, ai frigoriferi. Nel 1970, alla morte di Aristide, Vittorio punta a superare il 'sogno sociale' del padre e ad esportare l'impresa italiana all'estero. E' la rivincita dell'Italia degli emigranti, che ora non mira solo al posto di lavoro, ma a conquistare col 'made in Italy' i mercati esteri. Nel 1970, secondo la tradizione dei 'metalmezzadri', l'azienda paterna e' divisa in tre: a Vittorio e' affidata la Merloni Elettrodomestici, al fratello Francesco, che sara' anche ministro del Lavori Pubblici, spetta la Merloni termosanitari e all'altro fratello, Antonio la Merloni meccanica, che di fatto lui rende una specie di doppione dell'azienda di Vittorio.

Antonio, il piu' conservatore dei due suoi fratelli, e' un dc moderato e diventa sindaco di Fabbriano, mentre Vittorio e Francesco sono esponenti della Dc di sinistra. La coesistenza tra l'attivita' imprenditoriale e quella politica e' una tradizione di famiglia, visto che anche Aristide e' stato sindaco, politico dc e, prima ancora, esponente del partito popolare. Nel 1975 nasce il marchio Ariston, che compete in Italia con Zoppas, Rex, Candy in un settore, quello degli elettrodomestici, che e' uno dei fiori all'occhiello dell'industria italiana. Dal 1980 al 1984 Vittorio e' presidente di Confindustria. Nel 1985 i Merloni fanno un ulteriore balzo in avanti e comprano la Indesit, azienda rivale, molto presente all'estero. La Ariston diventa Indesit Company e punta decisamente all'internazionalizzazione. Esordisce in borsa, compra, grazie anche ai guadagni di Piazza Affari, un bel po' di aziende estere: la portoghese Portugal, la francese Scholtes, specializzata in elettrodomestici da incasso, la turca Perkel, l'argentina Argentron, la britannica New World, l'italiana Star Eletrodomestici. Nel 1994 sigla un accordo con la cinese Haier per la produzione di lavabiancheria. Indesit diventa un gruppo da 14 mila addetti, che compete in Europa e nel mondo con Bosch, Elettrolux, Lg, Whirpool.

Vittorio si dedica alla strategia, mentre alla gestione operativa ci pensano i manager, tra i quali annovera Andrea Guerra e Francesco Caio. Tra i rivali di Indesit c'e' anche la AM di Antonio, gestita piu' paternalisticamente, che, dopo il '95, paga il prezzo di una gestione fuori dal tempo e finisce commissariata nel 2008. Anche per la Indesit comunque il 2008, l'anno della crisi finanziaria, e' brutto. Il gruppo produce ancora per il 30% in Italia e vende il 60% dei suoi prodotti in Europa occidentale, patisce la globalizzazione, risente della saturazione del mercato mondiale degli elettrodomestici bianchi. Nel 2009 la recessione impatta sulle vendite che calano del 17%. Vittorio Merloni intuisce che il mercato russo puo' essere un'ancora di salvezza e nel 2012 l'intuizione aiuta il gruppo che, anche grazie alla ripresa del mercato britannico, chiude con un +2,1% dei ricavi. Nel 2013 pero' lo stato di salute di Vittorio Merloni peggiora, lui designa come erede il figlio Andrea, che entra in dissidi col gemello Arstide e le sorelle Anna Paola e Antonella. Nel luglio 2014 la Fineldo, la holding di famiglia, cede agli americani della Whirlpool la Indesit per circa un miliardo di euro, di cui 750 milioni vanno alla famiglia di Vittorio, 50 al fratello Francesco e 150 per togliere l'azienda dalla borsa. E ora, con la morte di Vittorio, si chiude definitivamente un pezzo importante di storia dell'industria italiana.