Arash, comunità persiana in visibilio per il concerto del cantante censurato
Il cantante iraniano canterà a Milano domenica, 6 maggio di quest’anno, al Fabrique
In Iran non può cantare, ma ha milioni di seguaci sui social network e vengono da tutte le parti del mondo a vedere i suoi concerti: Arash, il cantante iraniano che ha conquistato l’Europa, emigrato dall’Iran in Svezia con la sua famiglia e oggi libero di esprimere la sua arte, canterà a Milano domenica, 6 maggio di quest’anno, al Fabrique. La tappa milanese è quasi sold out. La comunità persiana si sta mobilitando da ogni parte del mondo per andare a vedere questa originale star della musica pop-dance. Il timbro di voce è dolce e ammaliante, la musica è piena di suoni elettrici, ma i richiami alle sue radici musicali si respirano in ogni brano: la contaminazione è una formula vincente nel suo caso.
“La Repubblica Islamica” non perdona “la musica danzante”: nuove regole opprimenti e repressive, che mirano a controllare anche le emozioni delle persone, stanno schiacciando gli artisti in Iran. In questo vortice medioevale sono stati travolti molti personaggi del mondo dello spettacolo. La dura legge della censura religiosa, drammatica mannaia di tutte le teocrazie, ha travolto anche Arash, ma i suoi singoli, Boro Boro e Temptation (con Rebecca Zadig) in particolare, ce l’hanno fatta a far ballare l’Europa.
Questo cantante auto- esiliatosi dall’Iran per motivi artistici ha ricevuto un disco d'oro in cinque paesi diversi: Germania, Russia, Slovenia, Grecia e Svezia. Alcuni ragazzi italiani, insieme ad alcuni iraniani, hanno organizzato la tappa primaverile al Fabrique di Milano, che è più di un semplice spettacolo: è un manifesto per la libertà di espressione e per la difesa dell’arte e della musica. Il concerto di Arash ha a che fare con la difesa dei valori di umanità, libertà e bellezza, che possono essere trasmessi da straordinari linguaggi espressivi come la musica e la danza insieme.
Sul sito www.goldenphoenix.it si possono ancora trovare gli ultimi biglietti rimasti. C’è un’enorme voglia di libertà nei popoli oppressi, per questo il noto cantante iraniano è un simbolo che richiama anche tanti suoi connazionali dall’altra parte del mondo. In un Occidente che spesso non sa difendere i suoi valori più importanti, che lo hanno portato fuori dalle epoche buie in cui regnavano superstizioni e oppressioni fisiche e mentali, Arash ci ricorda quello che abbiamo conquistato nei secoli e quello che dobbiamo difendere a tutti i costi.