"Ero in guerra ma non lo sapevo", il film dal libro di Torregiani. Intervista - Affaritaliani.it

Spettacoli

"Ero in guerra ma non lo sapevo", il film dal libro di Torregiani. Intervista

di Mirko Crocoli

Alberto Torregiani: "Il titolo rappresenta la nostra posizione, mia e di mio padre. Trovarsi dentro una guerra senza saperlo, senza volerlo"

Due straordinari attori del panorama cinematografico italiano. Francesco Montanari (nel ruolo di suo padre) e Laura Chiatti (in quello di Elena, la moglie). Come reputa le loro interpretazioni? 

Francesco lo avevo visto in altre produzioni ma non lo riconoscevo in colui che mi avevano proposto come attore di mio padre. Conosciuto, ho trovato subito molta stima nella sua capacità di entrare nelle viscere del personaggio che con grande stile ha raffigurato sulla pellicola. Di Laura conoscevo già la sua fama e non serviva altro. Poi, vederla nei ruoli di mia madre, girare un ruolo cosi particolare, credo dia a lei quel merito in più di un’attrice non solo bella, ma molto brava. Quella parte, non era per nulla facile in cui immedesimarsi. Una parola va anche agli altri attori, chi secondari e non, hanno percepito il senso del loro ruolo ed ognuno dato quella spinta in più ad abbellire un quadro generale. Un grazie a tutti.

Di Fabio non posso che dire solo grazie, un grazie immenso. Da subito siamo entrati in sintonia, ha assorbito e trasmesso attraverso le scene, ogni mia emozione, aneddoto, verità volessi trasparire. La sua sensibilità ha creato un bel film.

Perché gli italiani dovrebbero andare nelle sale e vedere il film? Al di là dei bravissimi Montanari, Chiatti e altri c’è un insegnamento o uno spunto utile per gli spettatori?       

Nessuna morale vuole trasmettere il film, solo l’introspezione di una famiglia colpita da un uragano, un vortice di violenza e terrore non voluto. Far vivere attraverso gli occhi di chi vede, quelle emozioni interiori che noi abbiamo vissuto in quel lampo della nostra vita. Come dicevo, far capire, se fosse necessario, a dove porta l’odio, il rancore, l’ideologia malvagia. Sembra facile capire questi errori, ma ancora oggi aleggiano nelle nostre menti, nei nostri cuori. Un esame di coscienza introspettivo farebbe bene un po’ a tutti, ma come detto, senza fare la morale a nessuno.

Alberto, vuole ringraziare qualcuno in particolare?

Il ringraziamento va a tutti senza una classifica, partendo da Amos a Luca, Fabio e tutti coloro che non solo hanno collaborato ma che hanno creduto e credono che la verità debba stare al di sopra di tutto costantemente e che per essa vale sempre la pena lottare.

(segue)