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Spettacoli
The New Pope, Contri: "La nuova serie? Un vilipendio alla religione cristiana"

Sulla rete si discute molto sulla nuova serie The New Pope in programmazione su Sky Atlantic. Abbiamo ritenuto di coinvolgere in questa discussione Alberto Contri, docente di Comunicazione Sociale all’Università IULM, già presidente di Pubblicità Progresso, Consigliere della RAI e direttore generale della Lombardia Film Commission. Grande cultore delle serie tv.

Come giudica il sequel di The Young Pope?

Quando c’è di mezzo HBO, che ha prodotto delle serie stupende, la qualità cinematografica è sempre altissima. Da quando loro sono apparsi sul mercato dell’audiovisivo, poi seguiti da altri abili produttori, possiamo serenamente affermare che il grande cinema si è trasferito in tv. La prima serie non mi era dispiaciuta, nonostante il suo regista, Sorrentino.

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Come, nonostante Sorrentino? Un Premio Oscar…

Non fui certo l’unico a stupirmi per l’Oscar alla Grande bellezza, film troppo manierista e troppo pieno di citazioni, assai scarso di sceneggiatura. Non a caso, sulla rete i commenti più frequenti citarono Villaggio, quando si tolse un peso dal cuore urlando finalmente “per me è una boiata pazzesca”.

Cosa pensa di The New Pope?

Penso che abbiano lavorato pensando più che altro alla cassetta. Grandiose e costose ricostruzioni degli ambienti vaticani, attori famosi, produzione senza risparmio. E soprattutto molte gratuite provocazioni, per nulla coerenti con la storia, con l’aggravante di vilipendere gravemente la religione cristiana e i suoi simboli.

Ma si tratta di fiction, alla fine…

Beh, c’è modo e modo. Nella prima serie ci sono state diverse licenze poetiche, diciamo  così, ma sempre in un ambito accettabile. Questa volta Sorrentino è andato troppo oltre: una novizia che si masturba dopo aver sfiorato i genitali del papa nudo in coma, un balletto di monache che si dimenano accarezzandosi lascivamente abbracciando una grande croce al neon, balletto che oltretutto è diventata la sigla della serie…E pensare che con molta sfrontatezza Sorrentino ha dichiarato di essere stato rispettoso e mai irriverente. Ci sono ampiamente gli estremi per il reato di vilipendio della religione, reato che purtroppo prevede al massimo una multa di 4000 Euro. Figuriamoci. Un grande player come Sky dovrebbe mostrare un minimo di responsabilità sociale, invece di sbeffeggiare così una delle grandi religioni monoteiste.

Che significa?

Che qualunque audiovisivo influenza gli spettatori, in particolare quando la fiction è del tutto verosimile. Le spettacolari ricostruzioni di S.Pietro e della Cappella Sistina inducono una estrema sensazione di realtà intorno ad un racconto del tutto falso, come ad esempio la rappresentazione dei cardinali in Conclave solo intenti a tramare e a pensare al loro potere. Quindi mi pare tutto un dispendioso pretesto per scandalizzare, approfittando anche dei problemi che scuotono la Chiesa, il che al momento mi pare come sparare sulla Croce Rossa. Vengono pure offesi del tutto gratuitamente i fedeli sempre rappresentati come dei fanatici fondamentalisti, e incappucciati addirittura come oscuri satanisti.

Non pare ci siano state particolari levate di scudi da parte del Vaticano e della Chiesa.

Ma che dovrebbero dire? Credo ci sia innanzitutto il timore di apparire censori, mentre ho visto davvero moltissimi commenti turbati e amareggiati girare nelle comunità di base. L’unico che si espresso chiaramente è stato il delegato del Patriarca di Venezia che sovrintende al Monastero in cui è stato girato l’osceno balletto. «Non è necessario scomodare la censura – ha detto il delegato per i beni culturali del Patriarcato di Venezia, architetto don Gianmatteo Caputo – per dire che siamo davanti ad un episodio che offende e profana per il riferimento al simbolo della croce e risulta inopportuno perché fondato sulla gratuita volontà di provocare e suscitare reazioni; come in altri casi, forse andrebbe semplicemente ignorato per vanificarne l’obiettivo. Sarebbe stato comunque opportuno non concedere, per le riprese, l’utilizzo di quello spazio ad elevato valore storico e simbolico».

Giudizi di carattere artistico?

Troppo manierismo: alla fine le foto troppo studiate, riproposte di continuo, annoiano. E’ la riprova che Sorrentino sa fotografare, sa citare (caspita, ha avuto il coraggio di metterci ancora una monaca nana di felliniana memoria. Perseverare diabolicum). Ho trovato molto centrato un commento su Facebook: “Con questa overdose di manierismo, come si farà ad arrivare sani di mente all’ultima puntata?”. Vorrei però far notare che senza la spettacolare meraviglia di un’arte e di una architettura generate dalla millenaria cultura cristiana, le foto di Sorrentino non apparirebbero nemmeno così belle. Ecco, posso dire che alla fine Sorrentino è un abile regista saprofita. Che in questo caso genera poi pure troppo fastidio per lo scandalo così ricercato, che non può non far venire in mente cosa sarebbe successo se le novizie si fossero accarezzate avvinghiandosi ad una grande mezzaluna rossa. Forse i coraggiosi vertici di Sky oggi piangerebbero qualche attentato. Ma si sa, oggi la cristianità e la Chiesa sono un troppo facile bersaglio. Quindi molto meglio prendersela con il Vaticano, producendo una serie gravida di “furibonda impudicizia”, come ha scritto il decano dei critici televisivi, Aldo Grasso.

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